Dalle barche a vela ai campi di grano, così l’intelligenza artificiale si allea col capitale umano e accelera il futuro

 

Poche settimane fa centinaia di persone hanno preso parte a The Exchange, l’annual conference di Manpowergroup Italia. Insieme per ragionare di capitale umano e capitale tecnologico e di quelle sfide che abbracciano le organizzazioni di oggi e del domani. Da oggi ripercorri l’evento ascoltando le testimonianze dei tanti top speaker nelle interviste a bordocampo.

Persone, comunità, sostenibilità, tecnologia. Il futuro del lavoro è fatto di tutti questi elementi messi assieme. Ma per disegnarlo al meglio servono competenze evolute, visione strategica, condivisione sistemica, innovazione diffusa, tanta consapevolezza e inevitabile coraggio. Ma soprattutto serve mettersi in ascolto. Delle persone, dei clienti, del mercato. E poi? Come sarà il lavoro tra dieci anni alla luce dell’impatto dell’intelligenza artificiale? In che modo l’AI ridisegnerà profili e spazi di lavoro, declinando un nuovo modo di partecipare, condividere, lavorare insieme? E quale sarà l’identikit delle organizzazioni di successo? Di tutto questo ne abbiamo parlato alla prima edizione di The Exchange, la nostra annual conference (qui una sintesi della giornata). Si tratta di un progetto di co-creazione per disegnare l’organizzazione del futuro nel tempo segnato dall’intelligenza artificiale. Insieme abbiamo stilato un manifesto in 5 azioni e 15 challenge per comprendere gli impatti dell’AI nel mondo del lavoro, partendo dalla cosa più preziosa: le persone. E poi abbiamo ascoltato le opinioni di esperti, accademici, manager, imprenditori e startupper, visionari.

Manifesto - Manpower

IL PARERE DI JONATHAN HERNØ E GIOVANNI SOLDINI

Tra gli speaker coinvolti hanno partecipato a The Exchange Jonathan Hernø, Head of Operations di Vestas Blades Italia, e Giovanni Soldini, pioniere nello sviluppo di tecnologie innovative per le barche da corsa e divulgatore. Al centro delle loro riflessioni l’adozione dell’intelligenza artificiale, la sfida della sostenibilità e i prossimi passi legati alla circular economy, da considerarsi come punto di partenza per la nascita di nuove opportunità lavorative che stanno accompagnando l’avanzare tecnologico e garantendo ai giovani d’oggi la possibilità di essere attori sempre più protagonisti in futuro.

L’APPORTO DELL’AI ALLA SOSTENIBILITÀ

L’intelligenza artificiale sta cambiando il mondo del lavoro e non solo, ma come può essere utile e come può contribuire alla salvaguardia ambientale e all’economia circolare? Uno dei primi punti da menzionare è sicuramente legato ai dati, alla raccolta e all’elaborazione in grandi quantità. Grazie alla loro crescente disponibilità, diventa più semplice e immediata la scelta di materiali sostenibili ed è possibile valutare immediatamente le tendenze in atto. L’intelligenza artificiale permette infatti di offrire numerose informazioni utili e in tempi brevi, ad esempio sulla riciclabilità, sulla biodegradabilità e sulle caratteristiche principali dei prodotti. Ciò significa andare verso una riduzione degli sprechi e l’ottimizzazione delle catene di approvvigionamento, riuscendo a identificare i materiali riciclabili e a scartare i rifiuti. Questo risulta essere un nuovo importante step in avanti nei processi produttivi, che permette di mettere in atto una circular economy efficace, a partire dal riciclo dei materiali esistenti o dal loro riutilizzo per un tempo più prolungato, riducendo così di parecchio lo spreco di risorse.

Nei prossimi anni i Data Analyst saranno figure professionali altamente ricercate e avranno un ruolo rilevante, così come gli AI Engineer, che progetteranno e svilupperanno nuovi algoritmi basati sull’intelligenza artificiale per risolvere problemi complessi e migliorare le decisioni manageriali. Grazie ai big data l’AI sarà sempre più in grado (ma già lo è) di vestire il ruolo di alleato in numerosi settori come quello sanitario, agricolo, energetico, ambientale, sportivo. Tra questi, l’agricoltura può certamente beneficiare dell’intelligenza artificiale grazie all’ottimizzazione delle risorse a disposizione, ma anche al monitoraggio costante dei raccolti e alle previsioni meteo. Questo consente senza dubbio di ottenere la riduzione dell’uso di sostanze chimiche e il miglioramento della resa finale dei prodotti. Vediamo però più nel dettaglio altri due ambiti che stanno emergendo di recente e che saranno sempre più attenzionati anche in futuro, come quello energetico e quello nautico, con il parere di due degli ospiti di The Exchange.

L’AI NEL GREEN E NELL’ENERGETICO: JONATHAN HERNØ

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Jonathan Hernø, alla guida di Vestas Blades Italia, lavora nel campo della sostenibilità energetica. Tra gli obiettivi dell’azienda spicca la volontà di essere in prima linea nella transizione verso l’energia sostenibile, con la neutralità del carbonio entro il 2030 e producendo turbine eoliche a rifiuti zero entro il 2040. L’AI può svolgere un ruolo importante a livello ambientale analizzando, ad esempio, dati provenienti direttamente dai satelliti: in questo modo, è possibile monitorare l’inquinamento o il cambiamento climatico e quindi prendere decisioni più consapevoli e con anticipo.

Inoltre, è utile per migliorare l’efficienza energetica, prevedere e controllare i consumi energetici e si prospetta come un aiuto enorme anche per contrastare le emissioni di CO2. Contribuisce poi all’uso responsabile e oculato delle materie prime, perfezionando i processi e riducendo gli sprechi, a favore di un’economia circolare sostenibile ed eco friendly. Questo, in particolare, avviene anche grazie al machine learning che, in base ai dati che si utilizzano, crea ulteriori sistemi che migliorano il livello di risposta dell’IA: ingegneri e sviluppatori, grazie alle loro competenze di statistica e probabilità, avranno delle job opportunities molto interessanti nella creazione e nell’ottimizzazione di algoritmi e modelli.

Solo uno strumento che può gestire una quantità ampissima di informazioni è capace di tenere traccia di tutto ciò che accade, gestire i vari step di produzione e quindi ridurre e prevenire i rischi. Per questo motivo, l’intelligenza artificiale si rivela utile per il monitoraggio e la manutenzione degli impianti, per le indicazioni meteo attendibili e precise e per sicurezza sul lavoro sia online che in presenza

Hernø ha sottolineato come, nel suo settore, l’AI stia cominciando a entrare adesso e, piano piano, sarà sempre più impattante e diventerà un’occasione per i ragazzi che si stanno affacciando nel mondo del lavoro. Queste le sue parole che esprimono fiducia verso il futuro: “Tra qualche anno, con l’avanzare sempre di più dell’IA, arriveranno i giovani a indicarci la strada”.

L’AI NEL SETTORE NAUTICO: GIOVANNI SOLDINI

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Il settore nautico e delle barche da corsa, sta già testando e imparando a conoscere l’intelligenza artificiale, unita allo stesso tempo anche alla sostenibilità, come ci spiega Giovanni Soldini, navigatore oceanico e autore di due giri del mondo in solitaria. Il velista italiano ha evidenziato come l’IA sia ormai entrata nel settore della navigazione soprattutto in fase progettuale, ma anche in quella di simulazione, oppure per quanto riguarda la progettazione aerodinamica e la meteorologia.

Possedere uno strumento che raccolga i dati, li elabori e li analizzi in tempo reale (oltre a delle persone competenti che li sappiano gestire nel miglior modo possibile) garantisce un vantaggio importante sia per la costruzione di un’imbarcazione sia per navigare in mare aperto, riuscendo a prevedere situazioni rischiose come condizioni climatiche avverse o particolari correnti. Con algoritmi ad hoc è possibile stabilire percorsi che riducano il consumo di carburante e questo vuol dire inquinare di meno e favorire le politiche green, così come capire in anticipo possibili guasti, migliorando la sicurezza delle navi e dei lavoratori, oltre a prevenire eventuali disastri ambientali.

Un altro contributo dell’intelligenza artificiale al settore nautico e alla sostenibilità è sicuramente durante le fasi di costruzione e nell’indicazione di materiali e componenti alternative che possano essere riciclabili o riutilizzabili. Questo rientra in un ambizioso piano di ricerca che punta anche in questo settore verso una economia circolare, concessa da processi produttivi automatici e test più rapidi.

TRA INTELLIGENZA ARTIFICIALE E NATURALE

L’intelligenza artificiale si può quindi dire che sia già il presente oltre che il futuro della nostra società. In alcuni settori ha già preso piede in misura maggiore, mentre in altri meno, ma tutti sono convinti che sia solo questione di tempo. Quando si pensa all’AI permane ancora il pensiero che possa portare alla diminuzione dei posti di lavoro e a sostituire compiti che, ad oggi, sono esclusivi dell’essere umano. Anche a questo interrogativo, ha risposto però Jonathan Hernø, che ci ha spiegato come invece l’IA non sarà una minaccia bensì una grandissima opportunità per tutti, soprattutto i più giovani, perché saranno loro a indirizzare i più adulti nel mondo del lavoro. Sul tema, si è espresso però anche Giovanni Soldini, che ha fornito uno spunto interessante sulla convivenza indispensabile tra componente umana e scientifica: la performance, secondo lui, non potrà mai prescindere da questi due fattori.

E tu, come immagini il rapporto tra capitale umano e capitale tecnologico? Credi che un giorno l’uno prevarrà sull’altro oppure saranno sempre equamente distribuiti per affrontare al meglio le sfide che riguarderanno le organizzazioni del futuro? Facci sapere la tua opinione sui social con #TheExchange e resta connesso. Continueremo a disegnare insieme il futuro del lavoro

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