Nella metafisica simmetria di Giorgio De Chirico c’è una delicatezza che esula dalla composizione dell’oggetto stesso. Eppure quest’ultima, al netto della materia e del soggetto rappresentato, risulta essere fondamentale allo stesso modo di ciò che è dipinto e ritratto. Dal 25 settembre, il Palazzo Reale di Milano ospita le opere di Giorgio De Chirico, uno degli artisti più iconici dell’ultimo secolo. La mostra milanese è letteralmente un viaggio attraverso la complessità di De Chirico, svelando gli enigmi e i misteri pittorici che si celano dietro ogni quadro. In quelle sale bianche e spoglie, tinteggiate appena dai commenti dei pittori del novecento sulla pittura dechirichiana, sembrano un omaggio visivo all’esattezza e alla vividezza del pittore “metafisico”. Un viaggio che si snoda attraverso luminescenze elleniche, paesaggi racchiusi in stanze claustrofobiche, autoritratti alienanti e piazze rossastre cotte da una luce angosciante. Insomma, una risoluzione di idiosincrasie metafisiche che risulta essere ancora di estrema attualità; benché l’attività di maggior successo del pittore sia da collocare nella prima metà del novecento. La mostra che si dipana tra i corridoi del Palazzo Reale è in realtà una composizione: le opere, infatti, arrivano dai più importanti musei internazionali del mondo tra cui il il Metropolitan Museum of Art di New York, la Tate Modern di Londra, il Centre Pompidou di Parigi, The Menil Collection di Houston, collezioni private e Musei Italiani come la Pinacoteca di Brera, il Museo del Novecento di Milano, il MART di Rovereto, la GAM di Torino, la Peggy Guggenheim di Venezia, la Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma. Una volta puntati gli occhi contro la tela è difficile riflettere in modo pragmatico su quell’oggetto. Cosa succeda durante la visione di un’opera d’arte è un interrogativo che lasciamo in mano ai filosofi e al massimo vale la pena ricordare il processo descritto da Cortazàr, nel racconto “Orientamento dei gatti”. In questo piccolo racconto contenuto nella raccolta “Animalia” (Einaudi, 2013), lo scrittore argentino racconta della strana e affascinante abitudine di Alana di entrare nei quadri, difatti il racconto termina con questo periodo: “[…]quando Alana girò la testa verso di me il trangolo non esisteva più, lei era andata al quadro ma non aveva fatto ritorno, continuava a stare dal lato del gatto guardando oltre la finestra dove nessuno poteva vedere ciò che loro vedevano, ciò che soltanto Alana e Osiris vedevano ogni volta che puntavano gli occhi su di me”. Questo piccolo excursus letterario è necessario per far capire come il visitatore in qualche modo sia assoggettato allo stesso processo di fronte ad un quadro o ad una scultura o qualsiasi tipo di opera d’arte. Ciò significa che la domanda di come quella porta per un extra-mondi sia arrivata lì è una domanda che si pongono in pochi. Invece, in un gioco di meta-arte, il trasporto delle opere artistiche è un lavoro delicato almeno quanto quello della creazione delle stesse. E accettiamo pure che le operazioni per la messa in atto di uno e dell’altro siano del tutto differenti, va bene; senza dubbio una è prettamente creativa, l’altra nettamente meccanica. Ad entrambe, tuttavia, soggiace la necessità della delicatezza come principio per lavoro “fatto bene”. L’azienda che nello specifico caso di Giorgio De Chirico si è occupata del trasporto delle sue opere è la Montenovi. La Montenovi S.r.l. inizia la sua attività nel 1870 con Pietro Montenovi, il suo fondatore, e continua a tramandare questa fine arte fino ad oggi. Trasportare un’opera d’arte significa soprattutto garantire sicurezza, come suggerisce Cristiano Montenovi, Responsabile Automezzi- Personale dell’azienda.
Se Giorgio De Chirico è tornato al Palazzo Reale di Milano è grazie al vostro operato. Partiamo da qui: cosa ha comportato trasportare le sue opere?
Uno studio particolareggiato di tutte le variabili necessarie per garantire un trasporto nazionale ed internazionale di altissimo livello di sicurezza. Valutando che tipo di cassa realizzare e quale tipo di automezzo o aereo utilizzare per far giungere alla sede espositiva tutte le opere da esporre.
Ci sono differenze di trasporto in base alla natura dell’opera, suppongo.
La Montenovi S.r.l. possiede una carpenteria interna propria, non subappaltata, per la costruzione e la realizzazione delle casse. Oltre che ad una strategia economica questa caratteristica ci permette di progettare e realizzare imballaggi realmente “ad hoc” e non standardizzati potendo così offrire sia al cliente che al prestatore, ma soprattutto all’opera la maggiore sicurezza possibile sia in fase attiva che passiva. Ad esempio se l’opera presenta particolari fregi sulla cornice, o particolari lavorazioni della stessa, ovvero un’assenza totale di cornice, magari, è ovvio che è necessario adottare maggiore attenzione del posizionamento all’interno della cassa del materiale ethafoam anti-shock; potrebbe oppure essere necessario realizzare un giro cassa, cioè un telaio in legno, che andrà a contenere il perimetro dell’opera, realizzato in legno multistrato fenolico di 20 mm già trattato con vernice ignifuga, per evitare incendi. Tutta l’operazione comporta un’attenzione maniacale ai dettagli come l’avvitamento del pannello al telaio con viti parker solidali con il legno e senza rondelle di sicurezza essendo questa parte della cassa non destinata da essere svitata; o la realizzazione del coperchio della cassa, il quale viene tuttavia avvitato al telaio con viti parker e inviti con rondelle di sicurezza e ogive nel legno che permettono una facile e precisa avvitatura dello stesso al fine di rendere la cassa apribile e richiudibile molteplici volte.
Qual è il know how prima di una mostra? In pratica per ogni evento espositivo, il responsabile della Mostra d’ufficio, organizza tutti i sopralluoghi e organizza i vari servizi dei nostri responsabili tecnici, che a loro volta grazie a dei fac simile da noi redatti si presentano presso le sedi di tutti i prestatori coinvolti e compilano assieme al responsabile del Museo e/o istituzione, il form con tutti i dati e le informazioni necessarie e richieste in merito alla costruzione dell’imballaggio incluso uso di richieste speciali (skidmates, datalogger, sensori anti-shock o anti ribaltamento). Una volta certificato una cassa corrisponda effettivamente alle specifiche del caso si applica sul lato di apertura delle etichette di nostra realizzazione che impediscono disguidi al momento dell’effettivo carico sui nostri automezzi. Una circolare interna della Montenovi indica infatti che nessuna cassa può essere caricata su un mezzo se non ha l’etichetta “checked”.
A proposito di mezzi, nel discorso della cura maniacale dei particolari, che specifiche devono avere gli automezzi utilizzati per il trasporto? Quali accortezze bisogna adottare?
Ovviamente l’attenzione agli automezzi è fondamentale, perché sono lo strumento che trasporta l’opera d’arte dal magazzino all’esposizione. Le loro caratteristiche sono differenti da quelle dei mezzi normali, ad esempio sono dotati di indicatori di direzione più ampi degli standard normali e fari alogeni che permettono una visione notturna estremamente nitida e chiara così da rendere i viaggi particolarmente sicuri. Le sospensioni sono ad aria e autolivellanti, regolabili dall’interno della cabina in grado di assorbire al meglio le asperità di ogni tipo di terreno anche il più sconnesso. Gli pneumatici sono larghi e gonfiati con l’azoto per assicurare la maggiore stabilità possibile. I cassoni tra l’altro sono tutti realizzati in materiale plastico a sandwich di poliuretano espanso super alcaline foam. Questa speciale formula realizzata esclusivamente per la nostra azienda assicura. rigidità torsionale all’automezzo e incrementare la portanza strutturale dello stesso permettendo di viaggiare in tutta sicurezza anche nelle più avverse condizioni atmosferiche ma anche di non subire rallentamenti pericolosi in caso di vento forte. Inoltre i cassoni possiedono anche dei climatizzatori che permettono di avere l’ambiente perfetto in termini di umidità e temperatura.
E se lo spostamento dovesse essere aereo?
In entrambi i casi sia che le opere partano o arrivino in uno dei vari porti o aeroporti italiani abbiamo creato un team di professionisti che controlli e supervisioni tutte le fasi di pallettizzaione di carico o scarico delle varie casse dall’aeromobile permettendo ove richiesto al corriere accompagnatore di assistere a tutte le fasi di lavoro fino alla chiusure o apertura dei portelloni degli aeromobili scelti per effettuare il lavoro. Particolare cura viene data alle fasi di controllo di terzi operatori infatti ci piace sottolineare che nelle zone di carico e di pallettizzazione di tutti gli aeroporti del mondo, gli unici autorizzati a movimentare le casse sono gli addetti delle varie società che hanno l’appalto per questo tipo di servizio. Il personale di queste società è certamente qualificato per la movimentazione di normale merce ma una supervisione attenta ci permette di richiedere particolare cura per le casse a noi affidate e di poterle monitorare dalla loro introduzione all’interno dei container di spedizione ovvero sui pallets destinati ad esser posizionati sugli aeromobili. La nostra supervisione continua con l’ottenimento del numero di pallet e di posizione delle casse e quindi il controllo del carico e dello scarico sull’aereo al fine di verificare il safe loading e l’effettiva partenza delle casse. Una volta ottenuti i numeri e le foto dei vari pallet e containers introdotti nelle stive dell’aeromobile prescelto per la spedizione, tutti i dati vengono in primi comunicati al corriere accompagnatore che nel frattempo è dovuto per motivi di tempo essere accompagnato al proprio posto sull’aereo e successivamente al responsabile del nostro ufficio che provvederà ad inviare una email al corrispondente che attende le casse al fine di facilitare, controllare e rendere più agevole il lavoro nel paese di destino. Il corrispondente provvederà a comunicarci il safe landing (una volta atterrato l’aereo) e safe delivery (consegna effettuata) una volta consegnate le opere al prestatore. Ovviamente l’iter indicato è da noi preteso e offerto al momento in cui le opere sono spedite dal paese di appartenenza e quando noi attendiamo le opere in Italia. Visto lo storico della nostra azienda abbiamo ottenuto particolari riconoscimenti lavorativi che ci permettono di portare a termine al meglio i trasporti. Ad esempio in tutti gli aeroporti d’Italia e in particolare quelli di Malpensa e di Fiumicino i nostri automezzi hanno il permesso permanente di accesso, questo permesso ci autorizza ad accedere fin sotto la zona di sicurezza del Cargo Zone.