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Quali sono le previsioni occupazionali in Italia per l’anno nuovo?

Scritto da Benedetta Ferrauto | 11/12/19 18.32

Secondo le ultime indagini sul mercato del lavoro e sui tassi di occupazione l’Istat prevede un proseguimento positivo del mercato del lavoro.
Rispetto al periodo pre-crisi, è aumentata la percentuale di occupati a rischio povertà in Italia e in molti paesi dell’Unione, così come è aumentato il tasso di lavoratori con contratti a termine. Nel report dell’Istat “Differenziali retributivi in Italia anno 2017” emerge che vi è stato un notevole incremento dei rapporti di lavoro part-time specialmente per quanto riguarda la qualifica di operaio: +28% contro +19,8% di impiegati o dirigenti e +12,5% degli apprendisti. Oltre alle assunzioni a crescere sono anche le retribuzioni orarie, nello specifico +2,7% (valore mediano) contro +1,7% dei contratti a tempo pieno. È interessante notare come il 63% dei rapporti di lavoro con contratto a tempo parziale coinvolge le donne, categoria ferma a una percentuale del 30% per quanto riguarda i lavori con contratti full-time. Nonostante questi ottimi risultati, l’Italia è ancora distante dall’obiettivo sul lavoro di Europa 2020 (innalzamento al 75% del tasso di occupazione per la fascia di età compresa tra i 20 e i 64 anni). Il nostro paese si posiziona dopo la Grecia e sotto la media europea di 10 punti percentuali. È tra gli ultimi per livello di occupazione in Europa insieme ad altri stati del sud, mentre le più alte percentuali di occupati si trovano in paesi del nord e dell’est Europa (come Germania, Austria e Danimarca).

Nel leggere questo articolo è fondamentale conoscere la definizione di disoccupato così da poter comprendere e assimilare le successive percentuali. Per disoccupato si intende colui il quale non è occupato ma che ha cercato lavoro nelle quattro settimane che precedono la settimana di riferimento ed è disponibile a lavorare entro le due settimane successive.
Il MEOS (Manpower Employment Outlook Survey) ci fornisce i dati relativi alle previsioni occupazionali per il primo trimestre 2020. I risultati prefigurano un trimestre sostanzialmente fermo; l’86% delle imprese non annuncia nessun cambiamento, al contrario il 6% dei datori di lavoro auspica un incremento nelle assunzioni. L’amministratore delegato di Manpower, Riccardo Barberis, ha dichiarato che le previsioni del MEOS sono in linea con i trend attuali e che quest’anno abbiamo assistito a un lieve incremento in differenti settori e ciò dimostra una propensione dei datori di lavoro nell’implementazione di nuove strategie innovative per rafforzare il tessuto della propria comunità aziendale. Analizzando i dati forniti dal MEOS, il mercato del lavoro più forte è quello del Nord Ovest dove l’occupazione è intorno al 6%, mentre il Nord Est si posiziona un punto percentuale sotto. Si può notare un certo divario tra Italia settentrionale e meridionale: al Sud e nelle isole si registra una consistente flessione del mercato delle assunzioni pari al -11% (tre volte inferiori alle percentuali del Nord).

Secondo Barberis visto che in Italia aumenta, giorno dopo giorno, la domanda di talenti i datori di lavoro devono massimizzare efficacemente le loro strategie aziendali per attrarre le migliori risorse: considerato che, solo cinque anni fa, molte delle posizioni di cui abbiamo bisogno oggi non esistevano ancora, investire nelle nuove competenze è sicuramente un elemento chiave per aumentare la crescita della produttività in Italia. 

Dopo un’attenta ricerca è emerso che è prevista una crescita occupazionale del 6% nel settore pubblico e sociale e del 2% nel settore dell’hotellerie e della ristorazione. A soffrire saranno il settore agricolo (caccia, pesca e silvicoltura), il settore dei trasporti e delle comunicazioni. Oltre a questa flessione del 3%, si registra un ulteriore ribassamento del 2% nel settore finanziario, assicurativo, immobiliare e dei servizi e il settore del commercio all’ingrosso e al dettaglio. Meno evidenti sono le differenze tra le imprese: le grandi e le medie imprese annunciano un aumento rispettivamente del 18 e 12%, mentre le piccole e micro imprese prevedono un lieve incremento occupazionale, intorno all’ 1%.

Questi dati possono apparire poco rassicuranti se a leggerli è un giovane alla ricerca di un lavoro oppure un lavoratore in cerca di una nuova occupazione. È importante affacciarsi al mondo del lavoro con lo stesso spirito di uno studente il primo giorno di università: ambizioso e curioso, intimidito ma entusiasta.