Gli anniversari vogliono sfogliare gli album dei ricordi, necessitano di malinconia, di immagini sfocate. Un decennale, come quello che ItaliaCamp sta vivendo, ci imporrebbe quindi di farci trasportare dalla memoria in un passato più o meno prossimo e di proiettare diapositive. La natura stessa di ItaliaCamp però ce lo impedisce: per vocazione siamo sempre stati più proiettati a quello che sarà, rispetto al racconto di ciò che siamo stati.
D’altronde, le vite personali di molti di noi si intrecciano con quella di ItaliaCamp, e questo filo, a sua volta, si è trovato così spesso nel telaio della vita del Paese che l’esercizio di stile del recupero ci sembra superfluo. L’abbiamo fatto, per le presentazioni, per i bilanci, per il nostro nuovo sito: abbiamo messo uno dietro l’altro i numeri che descrivono i dieci anni passati. Abbiamo incontrato 23mila persone, ingaggiato 70 università partner, organizzato 36 eventi in tutte le regioni d’Italia e attraversato i 4 continenti: dal piccolo comune di Baiano a Wall Street, raccogliendo 4mila progetti, molti dei quali si sono trasformati in realtà.
Come spesso si dice: i numeri dicono tutto, ma bisogna porre loro le giuste domande. Le domande che in questi ultimi mesi abbiamo deciso di farci sono quelle che ci hanno ricordato le storie che si nascondono dietro questi numeri: le storie degli innovatori che hanno partecipato alle nostre call, le storie delle istituzioni che hanno deciso di intraprendere con noi un percorso di innovazione, le storie delle università e dei centri di ricerca con i quali ci siamo relazionati per attivare corsi e laboratori, degli studenti che abbiamo visto lavorare su progetti e tesi universitarie, quelle di ragazzi e ragazze che per la prima volta si sono cimentati con il coding, la stampa 3D e la robotica (e dei loro genitori stupefatti, soprattutto), le storie delle persone di aziende e associazioni con cui abbiamo lavorato fianco a fianco. Tutte quelle storie con cui, in dieci anni, abbiamo costruito – INSIEME – la nostra.
Proprio rintrecciando queste storie abbiamo preferito rilanciare il modello più che raccontarlo, portarlo a un livello successivo. Un modello discendente legittimo del meglio che, giorno dopo giorno, abbiamo vissuto in questi 10 anni. È un modello che abbiamo chiamato “Italia Team”: team composti da aziende, istituzioni, associazioni, università e – ovviamente – cittadini che sposano “Progetti Paese”, progetti cioè che non rispondano solo a un ritorno economico ma che abbiano un dichiarato impatto sociale e occupazionale, per rispondere a problemi irrisolti della nostra società: dall’educazione complementare ai percorsi scolastici, passando per la fuga dei giovani del Sud Italia, dalla lotta contro l’abbandono scolastico e l’analfabetismo digitale, fino all’emersione del valore delle connessioni del tessuto sociale e di un ritrovato patto civico con le istituzioni.
Si tratta di progetti ambiziosi, progetti in cui – ancora una volta – si intrecciano le nostre vite di italiacampers con quelle di chi come noi, lavorando quotidianamente nelle proprie organizzazioni, ha l’ambizione di lasciare le cose meglio di come le ha trovate. Se ItaliaCamp infatti è nata come un think tank di 20 giovani universitari che si riunivano tutti i martedì alle 20 con la “semplice” idea di invertire la tendenza nel Paese, dieci anni dopo, nel 2020, non potevamo non cogliere la sfida di creare – Insieme – nuovo valore per il Paese.
Fabrizio Sammarco, amministratore delegato e Leo Cisotta, presidente