I Millennial vogliono stimoli, la Gen Z soldi

Elettricisti, saldatori, meccanici al primo posto, poi a seguire: rappresentanti, grafici, controllori di qualità, personale tecnico, ingegneri chimici, esperti di cyber security, muratori, fino ai medici e agli infermieri. Sono questi alcuni dei lavori che rientrano nei primi dieci ruoli più richiesti nel 2019. Lavori dal nome comune, certo, ma che in realtà richiedono competenze sempre più diverse, che evolvono rapidamente.
Una nuova ricerca di ManpowerGroup, pubblicata per il World Economic Forum di Davos, racconta che 36 Paesi su 44 riscontrano difficoltà nell’attirare talenti qualificati. Trentasei su 44 significa quasi l’82%.
Urge comprendere meglio i veri bisogni dei lavoratori, per questo nasce la ricerca “Closing the Skills Gap: What Workers Want”, che evidenzia cosa attrae le persone verso le aziende, permettendo alle imprese di trovare, consolidare e trattenere i migliori talenti. Questo studio rileva che per i lavoratori sono fondamentali l’ambiente e gli orari di lavoro, i programmi di conciliazione vita-lavoro, i percorsi di crescita professionale offerti all’interno dalle aziende, insieme a una forte leadership e a un orientamento ai risultati. Chiaramente, ciò che i lavoratori desiderano varia in base all’età, al sesso, alla posizione geografica e a che punto si trovano nel ciclo di vita della loro carriera.
La generazione Z (dai 18 ai 24 anni), per esempio, è composta da giovani ambiziosi, desiderosi di guadagno e di sviluppo di carriera. I Millennials (dai 25 ai 34) ricercano impieghi che siano stimolanti e, soprattutto la componente femminile, flessibilità. La Generazione X (dai 35 ai 44) punta a trovare equilibrio, conta molto poter avere orari flessibili e la possibilità di lavorare anche a distanza. Mentre i Boomers (dai 55 ai 64 e 65+) sono guidati nelle scelte lavorative dalla retribuzione, dal lavoro stimolante e dalla flessibilità, sebbene attribuiscano la massima priorità alla leadership e al team.

Lo studio esplora i desideri dei lavoratori e aiuta le aziende a trovare un nuovo approccio alla carenza di competenze. “In un mondo sempre più abilitato dalla tecnologia, le persone che hanno competenze sono molto richieste”, ha dichiarato Jonas Prising, Presidente e CEO di ManpowerGroup. “Sappiamo da colloqui con i candidati, conversazioni con i clienti e dal nostro patrimonio di dati che i lavoratori ricercano flessibilità e l’opportunità di acquisire nuove competenze. In vista dell’incontro annuale del World Economic Forum a Davos, abbiamo chiesto ai leader di orientare la loro domanda al nuovo approccio dei talenti. La creazione di valore per le aziende e gli azionisti deve essere accompagnata dal prendersi cura di dipendenti, clienti e comunità, è quindi fondamentale ascoltare la voce delle persone. Con l’accelerazione dei processi di disruption, aiutare le persone a integrarsi nel lavoro del futuro e le aziende a diventare “creatrici di talenti” non è mai stato così importante”

Articoli Correlati