Che paese è quello di internet? Quanto è sicuro? E, soprattutto: come possiamo renderlo un luogo più giusto e civile? Per il Safer Internet Day 2020 – la giornata mondiale per la sicurezza in Rete istituita e promossa dalla Commissione Europea per un uso consapevole della Rete, un ruolo attivo e responsabile di ciascuno per rendere internet un luogo positivo e sicuro – tante sono le ricerche che raccontano a che punto siamo nell’Internetland. Così come abbondano gli studi per trovare nuovi strumenti per prevenire e ridurre i rischi connessi all’utilizzo sbagliato del Web. Per ridurre l’odio sociale e politico imperante, il razzismo, il bullismo, e tutti i tipi di molestie online. Tra le ricerche più interessanti, c’è quella di Microsoft, la Microsoft Digital Civility Index, appunto, che ogni anno analizza le attitudini e le percezioni degli adolescenti e degli adulti rispetto all’educazione civica digitale e alla sicurezza online. Il primo dato importante è che l’Italia si trova al decimo posto su 25 per l’esposizione ai rischi della rete.
Al primo il Regno Unito, ultimo il Sudafrica. Tra i rischi più comuni riscontrati, al 41% ci sono i contatti indesiderati, al 29% le fake news e al 23% il sexting. Il 22% degli intervistati racconta di essere stato vittima di Cyberbullismo. Gli insulti online riguardano principalmente l’aspetto fisico (28%), l’orientamento sessuale (21%) e la politica (21%). Quando si parla di sicurezza online, è impossibile non pensare ai bambini e agli adolescenti, grandi esploratori della terra di Internet. Infatti, nel Safer Internet Day, Unicef ricorda che nel mondo oltre uno studente su tre, di età compresa tra i 13 e i 15 anni, ha vissuto esperienze di bullismo, e su 170 mila giovani provenienti da 30 Paesi che hanno partecipato al sondaggio, uno su tre dice di aver vissuto esperienze di cyberbullismo. Sempre secondo Unicef, il 71% degli intervistati crede che il cyberbullismo avvenga soprattutto via social network, e sono le ragazze ad avere maggiori probabilità di esserne vittime. Una ricerca condotta da Telefono Azzurro, racconta che secondo i genitori, l’età di accesso ai social network non coincide sempre con la consapevolezza di utilizzo. Nel 48% dei casi, i genitori ritengono che i ragazzi acquisiscano questa consapevolezza intorno ai 16 anni, il 26% dei genitori approva l’accesso a 13 anni, mentre il 16% dichiara che la consapevolezza arriverebbe con la maggiore età.
Per rendere Internet un posto più sicuro, bisogna aiutare i nativi digitali a riconoscerne i pericoli e a combatterli. In occasione di questa giornata così importante, la ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina ha lanciato un programma per la scuola sui temi della sicurezza della rete e dell’uso responsabile dei social network. La ricerca Microsoft ha anche indagato a livello globale quali sono le aspettative rispetto al futuro. Rispetto, sicurezza e libertà sono le prime tre parole che secondo gli intervistati caratterizzeranno le esperienze online nei prossimi dieci anni. Il 50% si augura che le aziende tecnologiche e i social media introducano nuove policy per comportamenti online più civili e rispettosi e punire condotte scorrette.