Dal 4 maggio riapriranno la maggior parte delle aziende, ma né in Italia né in nessun altro luogo del mondo il lavoro sarà più com’era prima della pandemia da coronavirus. Dopo aver affrontato una digitalizzazione improvvisa e molto smart working, nelle prossime settimane tutte le attività dovranno riorganizzarsi attorno al concetto chiave del distanziamento sociale, che nella pratica si tradurrà nel mantenimento della distanza fisica e altre rigorose misure per tutelare la salute dei lavoratori.
È in quest’ottica che nasce l’alleanza tra ManpowerGroup, Randstad NV e The Adecco Group, tre aziende leader nel settore delle risorse umane a livello globale, che uniscono forze e competenze per aiutare a gestire il rientro al lavoro nelle fasi dopo il lockdown. Uno stop senza precedenti, che a oggi ha coinvolto quasi 2,7 miliardi di lavoratori, pari all’81% della forza lavoro globale. “Tornare a lavorare in sicurezza” è quindi il nome della call to action che la nuova rete lancia al settore pubblico, privato e a terze parti per guidare l’economia globale verso la ripartenza.
“Oggi per le aziende tornare a lavorare in piena sicurezza adattandosi a una nuova realtà all’insegna del distanziamento sociale è l’unica strada per riuscire a ripartire, limitando l’impatto della crisi”, spiega Riccardo Barberis, amministratore delegato di ManpowerGroup Italia. “Questa alleanza potrà creare valore, contribuendo ad accompagnare aziende e Istituzioni in un graduale e sicuro ritorno alla quotidianità. Il ruolo di chi, come noi, è in prima linea a supportare le aziende nella gestione delle risorse umane e ha una profonda conoscenza del mercato del lavoro è infatti di fondamentale importanza per mitigare gli impatti occupazionali dettati dall’emergenza e consentire una ripartenza in salute e sicurezza”.
I numeri della recessione innescata dal coronavirus sono già preoccupanti: secondo l’Organizzazione internazionale del lavoro, entro giugno i tagli occupazionali saliranno a 195 milioni, di cui 12 milioni solo in Europa. Lo scenario potrebbe addirittura aggravarsi se dovessimo assistere a un’ondata di ritorno del virus: una stima di McKinsey in collaborazione con Oxford Economics prevede infatti in questo caso un calo del 13% del Pil del 2020 a livello mondiale, che per la maggior parte dei Paesi significherebbe non solo un’ulteriore stretta dell’occupazione ma anche un periodo difficile di almeno due anni per tornare a uno stato economico pre-crisi.
Per limitare l’impatto della recessione, tutte le imprese e le attività sono chiamate ad adattarsi velocemente a questa realtà stravolta, impostando, scrivono ManpowerGroup, Randstad e Adecco, “un’economia basata sulla distanza fisica”. E quindi, per iniziare: “distanziamento sociale, misure ultra-igieniche, controlli regolari”, ma anche protocolli specifici per Paesi, settori e aziende e chiare linee guida da seguire all’interno dei posti di lavoro.
Con “Tornare a lavorare in sicurezza”, i tre player dell’alleanza intendono supportare enti pubblici e privati nell’organizzazione e attivazione di procedure già esistenti, rendendole applicabili su scala globale. In una prima fase il progetto interesserà le aziende di cinque settori – Trasporti & Logistica, Automotive, Manufacturing & Life Science, Costruzioni e Food – e dieci Paesi: Belgio, Francia, Germania, Italia, Giappone, Olanda, Norvegia, Svezia, Finlandia, Danimarca, Spagna, Regno Unito e Stati Uniti. In concreto, il piano di Adecco, Randstad e ManpowerGroup mira a valorizzare il ruolo delle risorse umane all’interno delle aziende. Dotate di esperienze e competenze trasversali e abituate a porsi come intermediari tra datori di lavoro e dipendenti, le risorse umane possono infatti svolgere un ruolo cruciale nella promozione delle buone prassi, aiutando al contempo i lavoratori ad affrontare i timori legati al rientro sul posto di lavoro. Si tratta di una fase delicata, in cui i nuovi protocolli legati al Covid-19 vanno integrati a quelli esistenti per trovare nuovi equilibri che assicurino la sicurezza sul lavoro e aiutino a ridurre l’impatto economico. Le soluzioni passano dalla dotazione dei dispositivi di protezione individuale (mascherine, guanti, tamponi, ecc.) alla sanificazione degli ambienti, fino all’installazione di barriere fisiche per mantenere le distanze e allo smart working. Pratiche già adottate a livello nazionale, che le risorse umane possono aiutare a mettere in campo occupandosi, fra le altre cose, del dialogo tra tutte le parti coinvolte.
Nelle prossime settimane, l’intesa formata da ManpowerGroup, Adecco e Randstad darà il via alla fase di coordinamento, invitando datori di lavoro, sindacati e Ong a collaborare. L’obiettivo è quello di coinvolgere presto anche i governi, affinché possano dare il loro supporto a promuovere questo impegno.