Continuare a supportare lavoratori e aziende e rispondere alle loro necessità anche da remoto. Le agenzie del lavoro si sono trovate in questi giorni di lockdown legato a Covid-19 ad affrontare sfide nuove, riconosciute come uno dei servizi essenziali, gestendo il lavoro di aziende che non hanno mai fermato produzione e servizi. Linc Magazine ha chiesto ad Anna Gionfriddo, Branch Network Operation Director di Manpower, quali strategie sono state messe in campo dal gruppo.
Come siete passati dalle filiali aperte ogni giorno al lavoro al 100% remoto?
“Per nostra fortuna Manpower era già attrezzata per la gestione di praticamente tutte le attività online. Dal recruitment alle assunzioni online, gestione presenze, amministrazione, busta paga, non c’è processo che non siamo in grado di gestire da remoto. Non è stato semplice però rinunciare al presidio sul territorio: abbiamo più di 200 filiali dalla Valle d’Aosta alla Sicilia, e in molti casi un punto di riferimento così accessibile è fondamentale per le persone che lavorano in somministrazione. Avendo un ufficio a Codogno per noi l’emergenza è iniziata molto presto. Abbiamo istituito un comitato di crisi che, insieme alla presenza sui territori dei Regional Manager, si è rivelato fondamentale anche nelle settimane successive. Al diffondersi dell’epidemia chiudevamo man mano le filiali a rischio, fino al lockdown completo, senza mai fermarci e continuando ad assistere le persone che hanno continuato a lavorare nei settori essenziali.”.
Quale supporto è stato dato ai lavoratori da remoto?
“Un fronte su cui abbiamo dovuto lavorare e investire è stato quello della cybersecurity. Abbiamo duemila dipendenti e oltre al supporto tecnico, da piccoli router ai pc portatili messi a disposizione, abbiamo cercato di tenere in considerazione le esigenze di ciascuno. Ecco perché abbiamo messo a disposizione corsi di formazione online e webinar e predisposto anche un servizio di supporto -per le prime settimane è stato quotidiano- con la nostra Direzione HR per affrontare insieme il cambiamento e per chi avesse bisogno di confrontarsi con un esperto, per fare in modo che nessuno si sentisse solo nonostante l’isolamento forzato”.
Come è stato invece ripensare il recruitment e quindi prevedere la selezione dei candidati da remoto?
“Abbiamo lavorato interamente tramite piattaforme per le videochiamate e devo dire che non solo i nostri dipendenti sono riusciti a gestire i colloqui con successo, ma la risposta è stata sorprendente anche da parte dei candidati. Penso in particolare alla generazione dei millennials: hanno dimostrato massima disponibilità nell’organizzare gli appuntamenti e dimestichezza con le piattaforme. I candidati senior invece hanno dovuto abituarsi alle nuove tecnologie ma, se supportati, non hanno avuto problemi a sperimentare nuove modalità di selezione”.
La formazione è una delle attività che hanno avuto uno stop quasi immediato, seguendo scuola e università. Come avete gestito la situazione?
La formazione è un tema fondamentale oggi: in un mercato del lavoro in continuo cambiamento in cui ruoli, professioni e competenze richieste sono in continua evoluzione, le aziende hanno bisogno di profili specializzati e le agenzie per il lavoro riescono a fornire in breve tempo le competenze più richieste, oltre ad offrire alle persone opportunità di colmare i gap formativi e trovare più rapidamente un lavoro. In breve tempo siamo riusciti a spostare su aule virtuali almeno il 50% dei corsi in partenza, un dato in costante aumento. Oltre a questo, Manpower ha deciso di offrire a tutti ulteriori opportunità di formazione e di informazione, un esempio è il ciclo di incontri “The Future of work”, appuntamento live ogni settimana sui trend del mercato del lavoro (http://info.manpower.it/it/future-of-work)
Come è cambiato, se è cambiato, l’approccio con le aziende clienti da remoto?
“Con le aziende, anche da remoto, i rapporti di partnership si sono consolidati. Le aziende di grandi dimensioni più che un supporto sullo smart working o sulla formazione ci hanno chiesto strumenti per leggere lo scenario. Come multinazionale abbiamo uno sguardo a 360°, possiamo confrontarci con colleghi in America o in Cina. E questo aiuta quando bisogna affrontare un fenomeno globale come una pandemia. Questo è stato fatto fornendo analisi e letture come il nostro position paper e il report recentemente pubblicato da parte dei top player del settore “Tornare a lavorare in sicurezza””.
Le pmi invece hanno avanzato altre richieste?
“Con le piccole e medie imprese è stato necessario avere un approccio molto pragmatico. Abbiamo fornito un supporto per l’attivazione della cassa integrazione in deroga, per esempio. L’interpretazione della norma non era semplice e siamo stati a fianco degli imprenditori fornendo consulenza legale. Che sarà poi cruciale anche nella tanto attesa Fase 2, insieme alla nostra consulenza sulla ripresa del lavoro in sicurezza”.