“Si dice che l’innovazione nasca dalle grandi crisi. E in fondo, quando siamo davvero disposti a metterci in gioco? Quando qualcosa ci obbliga a cambiare uno status quo. Ecco perché la crisi provocata dal coronavirus deve essere interpretata come un’opportunità, a livello personale, sociale e di business”.
Mauro Porcini è il Chief design officer di PepsiCo e uno dei designer più quotati al mondo. Protagonista dell’ultimo Meet and Talk organizzato da Talent Solutions il 21 maggio e intervistato dal giornalista di Rtl 102,5 e di Linc Fulvio Giuliani, Porcini ha scelto alcuni termini chiave per definire la cultura dell’innovazione in quella che abbiamo già iniziato a chiamare nuova normalità, ovvero la realtà post-emergenza: consapevolezza di sé, formazione, soft skills e una buona leadership. Elementi fondamentali per traghettare l’Italia e il mondo intero fuori dalla crisi ma anche, come ha sottolineato Claudia Cassan, direttore di Talent Solutions ManpowerGroup Italia, per dare seguito ai cambiamenti positivi innescati da questo periodo senza precedenti.
La pandemia ha infatti accelerato una serie di tendenze già in atto, come la spinta verso il digitale, la sostenibilità o il focus sulla salute nel settore del Food&Beverage. Ma ha anche cambiato il corso di altre, a partire dal ritmo troppo folle e veloce dell’economia globale: “Rallentare ci ha permesso di renderci conto che spesso siamo schiavi di un sistema di cui abbiamo perso il controllo – ha osservato Porcini –. Molte aziende hanno iniziato a cambiare quello che non andava e a investire sulla trasformazione digitale. Abbiamo bisogno ora di leader che prendano posizione, come ha fatto Armani nella moda, e segnino la rotta verso la ripresa facendo leva su messaggi positivi”. Se da una parte infatti i mesi di lockdown hanno messo a dura prova tutto il mondo del lavoro, dall’altra hanno offerto l’occasione di ripensare i valori che ne stanno alla base: “Tanti giovani vengono a chiedermi come devono fare per ottenere soldi e successo – ha raccontato il designer –. Ma tutto questo è secondario. Prima è necessario soddisfare i veri bisogni dell’essere umano, che deve realizzarsi e capire qual è la sua missione nella vita. Anche i rapporti professionali devono aiutarci a individuare il nostro purpose, come persone e come aziende”.
Nulla di tutto questo sarebbe possibile senza la formazione, vero perno di ogni cambiamento. Così è stato per Porcini, che restituisce gran parte del merito della sua carriera a quanto imparato nelle aule del Politecnico di Milano, dove si è laureato in disegno industriale immerso “in un caos multidisciplinare che mi ha insegnato a navigare nella complessità”. Ma oltre al sapere accademico, per essere innovatori secondo il Chief design officer di PepsiCo sono fondamentali anche le soft skills, in primo luogo curiosità, ottimismo e la bontà con cui ci si relaziona agli altri. Un mix che le aziende dovrebbero fare proprio ora che si affacciano alle sfide poste dalla nuova normalità. “L’Italia ha avuto grandissimi imprenditori nel Secondo dopoguerra, che l’hanno resa un Paese straordinario. Ma oggi non possiamo accontentarci di preservare i settori in cui dominiamo nello stesso modo di una volta. La difficoltà più grande degli italiani è il salto da piccola a grande impresa, che richiede quelle strategie tipiche della cultura americana. Dobbiamo puntare su creatività e intuizione, nostri veri punti di forza, per creare aziende che siano davvero globali”.
E il design cosa può offrire ai tempi che verranno? “Il design è la capacità di osservare le persone e capirne sogni e bisogni – ha concluso Mauro Porcini –. Le soluzioni proposte dalla comunità internazionale dei designer durante l’emergenza, come visori e valvole, segnano già una possibile via per uscire dalla crisi”.