L’amministratore delegato di Twitter Jack Dorsey il 13 maggio scorso ha spiegato che post emergenza chiunque tra i dipendenti volesse continuare a lavorare da casa poteva farlo. Il ceo ha anche parlato di predisporre “un’indennità di mille dollari per permettere ai dipendenti di dotarsi degli strumenti necessari”. Non si tratta ovviamente di un obbligo come ha sottolineato Dorsey, “gli uffici resteranno aperti e chi vuole potrà tornarci quando sarà possibile farlo”. Sulla riapertura però l’azienda è stato cauto: “Quando decideremo di aprire gli uffici, non sarà nemmeno lontanamente possibile tornare all’organizzazione di prima. Sarà una riapertura prudente, ufficio per ufficio e graduale”.
Va detto che nella Silicon Valley l’elasticità sull’orario e la possibilità di svolgere le proprie mansioni anche fuori dall’ufficio sono pratiche assodate. Il lavoro agile permanente però potrebbe generare qualche problematica anche per queste aziende smart.
Le dinamiche di una riunione in videoconferenza non sono le stesse di una riunione dal vivo: comunicare occhi negli occhi o in chat è diverso. Lavorando da remoto si rischia di perdere l’attitudine ad adattarsi agli altri, a mettersi in discussione, a competere e a imparare. Ma stando alle parole di Jennifer Christie, responsabile delle risorse umane di Twitter, se i dipendenti sono riusciti a lavorare da casa e vogliono continuare a farlo “per sempre”, Twitter lo “renderà possibile”.
E in tanti altri nella Silicon Valley sono pronti a seguire questa direzione. Così dopo la decisione del colosso dei cinguettii, il lavoro agile diventerà la “normalità” anche per tutti i dipendenti di Google e Facebook che ne faranno richiesta. In sostanza la riapertura degli uffici comincerà nei prossimi mesi e sarà libera scelta di ogni lavoratore se procedere col rientro oppure continuare con il lavoro agile. Facebook ha spiegato che la maggior parte dei dipendenti dell’azienda potrà continuare a lavorare da casa fino alla fine del 2020, mentre Google Parent Alphabet ha annunciato che i dipendenti possono aspettarsi un ritorno “scaglionato” e “incrementale” in ufficio a partire da giugno, ma che alcuni dipendenti probabilmente lavoreranno da casa per tutto il resto dell’anno.