Post Covid-19, la sfida dei leader per il cambiamento

Specializzati, d’esempio, coach, capaci di gestire il lavoro da remoto e soprattutto di guidare il cambiamento innescato in questi mesi. È questo il ritratto, in sintesi, dei nuovi leader necessari nel mondo post Covid-19. Se per tutta la durata dell’emergenza sanitaria ci siamo chiesti cosa sarebbe rimasto del nostro vecchio mondo una volta ritiratosi lo tsunami del coronavirus, oggi la lente, dicono gli esperti, va puntata sulle sfide che manager e imprese devono cogliere per traghettare il Paese fuori dalla crisi economica.

“In questi mesi si è imposta l’esigenza dell’accelerazione della trasformazione digitale, per la quale continuano a essere importanti le richieste di manager e profili specializzati – ha detto Claudia Cassan, director di Talent Solutions, brand di ManpowerGroup, durante l’incontro organizzato da Federmanager Torino APDAI dal titolo “I leader per il cambiamento” –. Ed è una trasformazione che determina anche un cambiamento culturale, fondato sulla mentalità della crescita”. In un contesto come quello italiano, dove le imprese si sono digitalizzate in corsa, ma che oggi è segnato dalla perdita di 400mila occupati fra marzo e aprile e da un’inattività al 38,1% (dati Istat), diventa quindi fondamentale individuare le competenze che le figure ai vertici devono possedere. “Una cultura fondata sulla crescita significa che chiunque può cambiare, imparare e crescere, in un mondo in cui il potenziale può essere sempre alimentato e non è predeterminato – ha spiegato Cassan –. Questa è la nuova leadership, sempre pronta a imparare e incuriosire, non bloccata dalla paura di fallire, con al centro tre capacità fondamentali: essere d’esempio, fare coaching e prendersi cura dei propri collaboratori”.

Secondo l’ultimo report Future of Jobs del World Economic Forum, tra le principali competenze richieste ai leader nel 2020 ci sono la capacità di risolvere problemi complessi e di collaborare con gli altri ma anche di agire con creatività e intelligenza emotiva. Qualità che, non a caso, sono sempre più ricercate dai recruiter, che in questi mesi hanno dovuto riadattare in parte le modalità di selezione in chiave digital: “Abbiamo assistito a colloqui in videochiamata, che hanno fatto sì che anche i settori più tradizionali si dotassero degli strumenti principali per le selezioni online – ha raccontato Alessandro Testa, direttore di Jefferson Wells, altro brand di ManpowerGroup –. Da parte dei nostri professionisti, c’è stata fin da subito la capacità di supportare aziende e persone in queste nuove modalità, con tutorial, assessment online e una proposta ampia di webinar”. Ma quale tipo di leader stanno cercando le aziende nella fase della ripresa? “Le imprese ora vogliono manager che portino innovazione, digitalizzazione, idee per nuovi prodotti e mercati – ha risposto Testa –. Anche il ricorso al temporary management può essere una soluzione. Si guarda a caratteristiche trasversali: profili per il change management, differenti modelli di collaborazione, soft skills come learnability e web reputation. Il tutto tenendo conto di alcuni trend generali, come l’aumento del ricorso al lavoro flessibile anche nei ruoli manageriali, che negli Usa è cresciuto del 56% negli ultimi dieci anni. E della crescente volontà dei Millenial di mantenere un equilibrio felice tra vita professionale e personale”.

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