Prima Assicurazioni ha assunto 72 persone durante il lockdown, con tutto il processo di selezione gestito in digitale e da remoto, “compreso l’on boarding, la stesura dei contratti, la formazione. Il nostro iter selettivo medio dura due settimane”, spiega Bianca Brandi, responsabile delle risorse umane della tech company assicurativa specializzata in polizze auto, moto e furgoni nata nell’estate del 2014 su iniziativa di Alberto Genovese e Teodoro D’Ambrosio, che ora si è piazzata ottava (prima fra le italiane) nella classifica Deloitte Technology Fast 500 Emea 2019 che registra le società con il più alto tasso di crescita dei ricavi negli ultimi 4 anni. “Nelle selezioni passano solo quattro giorni per avere il feedback da uno step all’altro – prosegue Brandi -. Per ogni 200 candidature abbiamo fatto 15 video-colloqui e una assunzione. Adesso abbiamo 240 persone tra le sedi di Milano e Roma”.
Pure nel corso della emergenza sanitaria, insomma, per Prima Assicurazioni gli strumenti per la selezione del personale sono rimasti gli stessi, “ma è cambiato il processo. Ovvio, siamo andati a caccia sulle piattaforme di lavoro tipo Linkedin, abbiamo considerato le candidature sul nostro sito. Ma con un processo tutto digitalizzato, e con molta flessibilità sugli orari, siamo riusciti a fare molti più video-colloqui rispetto a prima, in cui era necessario vedersi in presenza”.
Essendo una società giovane e molto tecnologica, Prima Assicurazioni non ha vissuto particolari traumi causa smart working e gestione di tutto da remoto: “Anzi, si è toccato con mano il valore del lavoro da remoto e quindi, anche ora che l’emergenza va attenuandosi”, aggiunge Brandi, “abbiamo introdotto un piano di smart working permanente sviluppato in un mix 60% in ufficio e 40% a casa, quindi tre giorni in presenza e due da casa, con device forniti da noi, così come la connessione, nel caso in cui le abitazioni ne siano sprovviste. Ma i nostri uffici restano gli stessi, non si riducono le dimensioni, ci saranno scrivanie per tutti, anzi, avremo bisogno di sempre più spazio. Il contratto di smart working si estende a tutte le figure della società, è trasversale”.
Pure sul tema del contatto fisco tra agenti e clienti finali, il management di Prima Assicurazioni ribadisce come “noi siamo una azienda tecnologica, smart, digitale, abituata a gestire anche la vendita dei nostri prodotti in digitale. Abbiamo una rete di agenti, plurimandatari, che hanno un loro portafoglio clienti. Ma i clienti non devono andare per forza fisicamente in agenzia per concludere gli accordi. Continueremo a investire nella nostra rete di intermediari, e nei primi sei mesi del 2020 siamo cresciuti tantissimo: ora abbiamo il 20% di quota delle nuove polizze, e puntiamo a salire al 30% per la fine dell’anno”.
Da tante parti la formula magica organizzativa aziendale in uscita dal Covid-19 è “meno struttura gerarchica, valorizzazione del lavoro in team e per obiettivi raggiunti, ridotta importanza dell’orario di lavoro”. Ma, come ammette Brandi, “in Prima Assicurazioni eravamo già strutturati per team, per obiettivi, con una organizzazione flat, niente vincoli, burocrazie, niente processi decisionali lunghi. Il lavoro agile e smart era già uno dei pilastri della nostra cultura tecnologica e digitale, e quindi diciamo che per noi cambierà poco”.
Quanto alla formazione, “già prima il 90% era in digitale, con nostre piattaforme che erogano corsi on line sia di aggiornamento sia obbligatori. A breve partirà un nuovo piano in cui è prevista pochissima formazione in aula, poiché la riteniamo di vecchio stampo”.
C’è infine la questione legata alla cultura aziendale e allo spirito di gruppo, che rischiano di diluirsi un po’ troppo nel lavoro da remoto: “In fase di lockdown non abbiamo attivato i podcast, ma una piattaforma in cui i nostri colleghi erano chiamati a sfide culinarie, artistiche, sportive, lezioni di ginnastica, sessioni organizzate per mantenere alto lo spirito di gruppo. Tutto questo andrà avanti anche nei prossimi mesi”.