LincMagazine

Ripartire significa dare importanza alle persone

Scritto da Antonio Potenza | 11/01/21 11.32

Se l’emergenza Covid-19 fosse un’opera omerica e noi fossimo posteri lettori, ci sarebbe un pantheon di protagonisti, semi-divinità ed avversità provvidenziali da raccontare. Ciò che rimane dopo le “peripezie” pandemiche è un mondo nuovo e fragile da ricostruire con pacata e saggia pazienza. Tra le certezze post pande­miche vi è senza dubbio quella di un cambiamento, chi lo sa se profondo o effimero, che rimarrà in qualche modo cicatrizzato nel mondo lavorativo. Uno sguardo analitico sul prossimo futuro riesce meglio a darlo chi come Nadia Bertaggia, Italy Hr Director per Sodexo, lavora a stretto contatto con le persone che compongono l’azienda. Sodexo, erogando servizi per le imprese, sia per il settore pubblico che per il settore privato, ha per costituzione nel suo DNA tracce di uno stretto contatto con i lavoratori, da sempre.

Come ha affrontato Sodexo l’emergenza Covid-19?

Sodexo non si è mai fermata. Anche durante il lockdown abbiamo continuato a lavorare, vista la particolarità del nostro business. I nostri lavoratori sono stati, sin dal principio, la priorità. In questo senso, tre sono state le azioni principali messe in atto: la sicurezza delle persone che continuavano a lavorare durante la pandemia; l’aiuto economico ai collaboratori con un programma di sostegno che ha coinvolto tutti i nostri manager; e infine, il supporto psicologico ai nostri lavoratori nelle paure da affrontare.

Quali sono le sfide da superare, invece, per ripartire al meglio e in sicurezza?

Sodexo ha progettato un metodo che possa dare una guida di ripartenza. La metodologia si chiama “Rise” ed è stata accolta subito dai clienti con entusiasmo. Con un approccio consulenziale e sistemico si va ad adattare alle esigenze di qualsiasi cliente, a prescindere dal segmento lavorativo. “Rise” è la manifestazione inequivo­cabile di una società che si premura di essere vicina al proprio cliente. Insomma, aiutiamo attraverso la nostra metodologia ad inserirsi in ciò che chiamiamo “Nuova Normalità”.

Mi parli, invece, dell’Employee Relief Program, ovvero lo stipendio solidale, istituito per i collaboratori dell’azienda.

Lo spirito è stato quello di rimanere vicino alle nostre persone. In questo contesto abbiamo pensato di andare incontro ai collaboratori maggiormente colpiti dalla crisi decidendo di eliminare del tutto il bonus e di decurtare buona parte dello stipendio dei nostri 200 top manager del gruppo, raggiungendo una quota di 30 milioni. Se questa iniziativa non è stata una panacea, è sicuramente stata uno strumento d’ausilio.

Dalla sua posizione lavorativa, quali effetti e conseguenze ha visto nell’ecosistema lavorativo di Sodexo?

Ho visto prima di tutto delle persone riconoscenti. Conseguentemente la loro passione è diventata ancora più forte. Ho visto un rafforzamento della coesione, un rafforzamento della fiducia dettato dalla preoccupazione dell’azienda verso i suoi dipendenti. Bastano segnali, anche piccoli, di interesse perché i lavoratori siano di­sposti a dare molto di più.

Preoccupazione concretizzata nel vademecum per il ritorno al lavoro, ad esempio.

Da quando è stato possibile ritornare al lavoro, abbiamo fatto molta attenzione: per questo abbiamo pensato e creato il nostro “employee journey”, ovvero un modo per accompagnare il nostro lavoratore nel ritorno al mondo del lavoro. Un vademecum per far sentire protetti i lavoratori. Questo suggerirei alle aziende: far sentire di essere vicine ai propri dipendenti.

Quanto risulta, quindi, importante il work-life balance per Sodexo?

Di work-life balance in Sodexo si parla da sempre, è nei valori dell’azienda da prima della pandemia. Noi abbiamo fatto pochissimo smart working, perché crediamo che sia essenziale il contatto con i clienti, con i colleghi, con l’azienda e riteniamo che il momento di socialità sia fondamentale anche per il benessere personale. Sono convinta che le paure si superino di più con il supporto del gruppo, soprattutto in un momento del genere.

I cambiamenti affrontati dalle aziende saranno temporanei o permanenti?

Penso che il Covid-19 abbia creato qualcosa di diverso, da cui non si potrà tornare indietro. Andremo di sicuro verso una nuova normalità, in continua rivoluzione. Ciò che la pandemia ci ha insegnato è che nulla qui è nato per essere stabile. La dinamicità sarà ancora più fondamentale nella nostra vita quotidiana, ma anche lavorativa.

In una parola: la sua idea di lavoro, oggi.

Domanda a cui non ho un’unica risposta. Il lavoro verrà percepito sicuramente in maniera diversa a seconda del settore di appartenenza. Nel momento in cui parliamo di terziario sarà avvertito come una necessità, visto il grosso impatto della crisi. Se pensiamo al settore manifatturiero o al farmaceutico il lavoro si concre­tizzerà nell’idea di continuità di sicurezza. Infine, nei settori come quello tecnologico, l’idea di lavoro sarà il recupero di una maggior socialità. Non possiamo lavorare nell’isolamento. Il contatto per l’essere umano è tanto importante quanto fondamentale.