Dopo un anno in cui il mondo intero è vissuto in emergenza, il polo Dedagroup, attivo nel software e nel business digitale e nato nel 2000 come diversificazione IT della famiglia Podini e dei suoi supermercati MD, ha voglia di infondere certezze.
Ed è per questo che gli oltre 1900 collaboratori di Dedagroup, che lavorano nelle 28 sedi in Italia e nelle dieci all’estero (tra Stati Uniti, Messico, Uk, Germania, Francia, Svizzera e Cina), potranno scegliere di aderire formalmente alla nuova piattaforma Lavoro Agile, che norma in modo preciso quello che sarà il passaggio al cosiddetto nuovo mondo. “Come detto, abbiamo deciso di abbattere il telelavoro. Poiché però il passaggio dal vecchio al nuovo mondo va guidato e accompagnato”, spiega Valentina Gilli, direttore risorse umane di Dedagroup, “eravamo stanchi dello stato di emergenza permanente. E abbiamo voluto formalizzare tutto nella nuova piattaforma Lavoro Agile”.
“Si tratta di un impianto di regole che raccoglie anche tutte le esigenze di flessibilità dei diversi mercati con i quali lavoriamo, dalla pubblica amministrazione al finance & banking. È possibile scegliere, d’intesa col proprio manager, un Lavoro Agile settimanale, anche cinque giorni su cinque, oppure su base mensile fino al 75% delle ore lavorative. Abbiamo preferito fissare un limite”, sottolinea Gilli, “perché, ovviamente, non vogliamo dimenticare a casa nessuno, e bisogna comunicare e indirizzare la crescita delle persone. È stata creata una app attraverso cui i dipendenti fanno richiesta del contratto di Lavoro Agile, e sempre nella app, poi, il dipendente esplicita ciò che concorda con il suo manager. L’accordo dura per un anno, e si rinnova tacitamente”. Cultura, comunicazione, condivisione rimangono però necessarie. E per questo Dedagroup ha deciso che i neoassunti (178 negli ultimi 12 mesi) e i junior non hanno la possibilità di accedere alla piattaforma Lavoro Agile: per loro, infatti, è necessaria la presenza in sede: “D’altronde noi abbiamo chiuso tutte le nostre sedi da marzo a fine maggio 2020. Poi sono iniziate graduali riaperture. E da settembre”, aggiunge Gilli, “gli uffici sono tutti aperti, con contingentamenti”.
La piattaforma Lavoro Agile di Dedagroup formalizza pure il diritto alla disconnessione: c’è infatti una fascia lavorativa tra le ore 8 e le 19.30 in cui svolgere il lavoro agile per l’orario stabilito dal contratto, con una pausa pranzo obbligatoria e di almeno un’ora. “Il lavoro straordinario è ancora previsto e riconosciuto, ovviamente sempre d’intesa col proprio manager”.
Svolgere molte attività da casa comporta anche policy specifiche sulla tutela dei dati: “Noi gestiamo molti dati dei nostri clienti”, commenta Gilli, “e quindi dobbiamo dare loro totale sicurezza che la tutela dei dati sia piena anche nel lavoro da casa. Abbiamo policy dedicate, facciamo formazione, ci sono strumenti informatici ad hoc per collegamenti sicuri. Poi c’è anche molta responsabilità individuale, lasciata al singolo dipendente, nello scegliere il luogo in cui svolgere il lavoro agile con criteri di buon senso, in situazioni di tutela del dato. Il baretto della spiaggia, insomma, non è consigliato”.
Una volta scelto il luogo migliore, potrebbe esserci l’esigenza di ricreare un ambiente ufficio in casa. “E stiamo ragionando a una revisione complessiva del nostro sistema di benefit: per esempio parliamo di un doppio monitor per lavorare da casa, o di elementi di arredo degli uffici da portare nelle abitazioni. Il tutto in un’ottica di agevolare il dipendente a gestire con flessibilità l’attività lavorativa. Peraltro abbiamo parificato le giornate di lavoro agile e quelle in presenza per l’erogazione del ticket restaurant”.
Nel contempo è partita una revisione complessiva degli uffici in tutte le sedi: “Sia chiaro”, assicura Gilli, “nessuna sede sarà chiusa a causa del lavoro agile. Ma ci sarà un restyling complessivo, nelle grandi città dovremo rivedere le numeriche, c’è un nuovo modo di vivere la sede. Con una presenza in ufficio diversa, scrivanie non assegnate, app di prenotazione degli spazi e delle postazioni, aree di co-working, spazi di condivisione. Abbiamo iniziato con Torino, trasferendoci in una nuova sede. Pure a Milano ci siamo spostati nei nuovi uffici in piazzale Maciachini, e abbiamo rinnovato molto a Roma”.
Le skills ricercate da Dedagroup erano già cambiate in era pre-Covid. “E abbiamo avviato una contaminazione, cercando anche profili diversi da quello del classico ingegnere informatico. Inseriamo competenze diverse, per creare nuovi modi di vedere le cose: pure laureati in architettura, o in giurisprudenza ma che non lavorassero nell’area legal. Risorse che ovviamente sanno meno di informatica, ma che contribuiscono a creare un ambiente con una leadership più diffusa, dove si lavora in team e per obiettivi. Il 95% delle selezioni ora avviene on line, e nel 2020 abbiamo fatto oltre 500 colloqui sul web”.
Pure sul tema formazione, “quella tecnica, tecnologica e funzionale era tutta on line già prima del Covid”, conclude Valentina Gilli, direttore HR di Dedagroup, “mentre la formazione soft, manageriale e trasversale era in presenza. Ora, naturalmente, si fa tutto da remoto, con piattaforme di e-learning o tipo Teams. Il clima da macchietta del caffè? All’inizio della pandemia abbiamo cercato di tenere ingaggiata la squadra con i virtual caffè, con l’aperitivo del venerdì pomeriggio, la foto di gruppo. Ora queste cose non funzionano più. Però, da settembre, le nostre sedi sono tutte aperte e, volendo, ci si può vedere in presenza alla macchinetta del caffè, sempre con le giuste cautele”.