La rete di negozi di casalinghi Kasanova lancia un piano quinquennale di espansione dei punti vendita per arrivare al 10% di quota di mercato, salire quindi a 1.500 vetrine, più che raddoppiando l’attuale copertura del territorio italiano che al momento la vede presente con le insegne Kasanova, Kasanova+, L’outlet del Kasalingo, Co.Import, Italian Factory, per 661 punti vendita totali, di cui 218 diretti, 246 affiliati e altri 197 shop in shop affiliati.
E, come spiega a Linc Magazine.it Maurizio Ghidelli, amministratore delegato di Kasanova, il piano di crescita avverrà con il debutto di oltre 20 nuovi punti vendita diretti all’anno (e quindi un centinaio di assunzioni dirette all’anno), e con 100 nuovi negozi di prossimità in franchising all’anno, che porteranno alla creazione di almeno 300 posti di lavoro annui nei punti vendita affiliati, oltre a centinaia di ulteriori impieghi nell’indotto. E proprio nello sviluppo della rete in franchising, l’amministratore delegato di Kasanova ha da poche settimane lanciato una grande novità, con la formula “In conto vendita”, consentendo di ridurre molto l’investimento iniziale dell’affiliato, e quindi allargando la platea di potenziali interessati. Ecco tutti i dettagli, illustrati da Ghidelli.
In precedenza l’investimento per aprire un negozio Kasanova nelle vie commerciali di città importanti era piuttosto sostenuto. Invece, col progetto dei negozi di prossimità, puntiamo su zone periferiche, su cittadine più piccole, di 20-30 mila abitanti. Proprio per questo l’affitto massimo del punto vendita di prossimità non deve superare i duemila euro al mese; l’arredo del punto vendita è riportato a livelli più consoni, diciamo a 300 euro al metro quadro, con grandi agevolazioni sull’acquisto dell’arredo stesso, partner finanziari che aiutano l’affiliato, dilazioni di pagamento per ridurre la pressione finanziaria sull’affiliato. Bastano tre persone che lavorano in negozio, e inoltre, cosa più importante, tutta la merce da vendere arriva in conto vendita, nel senso che la si paga solo se la si vende, e altrimenti la si rende a Kasanova. Questo significa, quindi, che per i nuovi negozi i costi di avvio si dimezzano: prima servivano circa 50 mila euro per l’arredo e 50 mila euro per la merce da vendere. Ora bastano i 50 mila euro per l’arredo.
Allora, il progetto In conto vendita è nuovissimo, vogliamo allargare la base di affiliati che qualche volta potevano spaventarsi per l’investimento nello stock iniziale. E puntiamo a sviluppare la rete Kasanova per due principali motivi: anche post pandemia, grazie alla banda larga, il trend dello smart working proseguirà, tutto è più comodo, si perde meno tempo. Quindi si vivrà di più a casa, nel tessuto locale, ed è perciò importante che i negozi Kasanova siano vicini, di prossimità. In secondo luogo, saremo cresciuti lo stesso perché in Italia ci sono circa 15 mila negozi di casalinghi, noi a fine 2021 ne avremo già ben oltre 700, ma vogliamo arrivare al 10% di quota. Infatti un negozio di casalinghi, di solito, non è un destination point, un posto dove progetti di entrare tempo prima: ci entri se lo incontri lungo il tuo percorso, se ne vedi uno. Per questo ci conviene essere presenti in maniera capillare un po’ ovunque.
La rete Kasanova nasce nel 1994, fa ovviamente riferimento a Giacomo Casanova, e il pay off dell’epoca era “Kasanova, l’amante della casa”. La K? Ci sembrava bello così, ma non c’è un motivo preciso.
C’è un training on line in 60 moduli, tre settimane di formazione pratica nei punti vendita, webinar mensili, appuntamenti settimanali con i buyer che spiegano le novità di prodotto. Tutto attraverso la rete intranet Workplace di Facebook. D’altronde spesso le persone che stanno in negozio non sono perfetti casalinghi o casalinghe, bisogna spiegare tutto, trasmettere l’amore per questi prodotti. Non sembra, ma ci vuole un certo know how per vendere pentole, caffettiere o piatti. Gli operatori Kasanova, inoltre, consigliano gli affiliati sulle location, sulle potenzialità delle varie zone. E poi c’è una rete di area manager che aiuta il punto vendita per l’apertura, la ricerca della location, la gestione del negozio nei primi tempi. Insomma, gli affiliati non restano mai soli.
Dico la verità: è come essere in guerra. Abbiamo dovuto fare molta attenzione alla supply chain, e alla pressione finanziaria conseguente, poiché abbiamo avuto i magazzini pieni durante i vari lockdown, mentre li abbiamo vuoti quando invece i negozi sono aperti, poiché le vendite del comparto dei casalinghi marciano a pieno ritmo. Si cammina su un filo, anche se comunque, nel 2020, a parità di condizioni, siamo andati piuttosto bene. I problemi sono relativi soprattutto ai lunghi mesi in cui i centri commerciali restano chiusi al sabato e alla domenica: il che riduce del 40% il fatturato dei negozi Kasanova dentro ai centri commerciali.
Nel 2019 il fatturato Kasanova è stato di 308 milioni di euro, nel 2020, causa lockdown, di 280 milioni, nel 2021 l’obiettivo è di 350 milioni di euro, e nel primo quadrimestre dell’anno siamo sotto quell’obiettivo ambizioso di appena il 3,3%. Kasanova, tra head quarter e negozi diretti, ha circa 2 mila dipendenti. Come detto, nel corso del 2021 vogliamo aprire 100 negozi in affiliazione e pure 20 negozi diretti, dove di solito lavorano più di tre persone per punto vendita, perché sono più grandi di quelli di prossimità. Quelli in affiliazione, con la formula In conto vendita, sono partiti a razzo, ne abbiamo aperti già 12 nel 2021, e devo capire bene quello che succede. La formula di sicuro funziona, è un grimaldello per rompere gli indugi.