Una professione il cui compito è quello di gestione e, come facilmente intuibile, di controllo. Il controller appunto è costantemente attento a budget, investimenti e redditività, colui che non perde mai di vista i “numeri”, e anzi analizza a fondo lo stato dell’azienda, collaborando con il management per concretizzare le scelte migliori.
Dovessimo sintetizzare questa figura professionale, il controller è chi garantisce una gestione della contabilità e più in generale dell’attività finanziaria di un’azienda in maniera efficiente ed efficace, permettendo all’impresa di raggiungere determinati obiettivi. Il cosiddetto responsabile del controllo di gestione è per questo colui che non conosce crisi, sempre più richiesto infatti all’interno delle imprese, ha conosciuto paradossalmente un aumento della domanda nella sua richiesta durante e post pandemia. Perché? Il raggiungimento del break even point, ossia il punto di pareggio, in grado di risollevare la situazione economica negli ultimi tempi precaria.
Come spesso accade, anche questa figura ha conosciuto però importanti evoluzioni, soprattutto legate al tema della sostenibilità e della rivoluzione digitale. Se prima parlavamo infatti di un semplice addetto alla contabilità industriale, oggi siamo davanti a diverse declinazioni della stessa figura, molto più specializzata e settoriale.
Abbiamo:
Cosa fa però il controller? Quali sono le sue competenze? Ultimamente questa figura si avvicina sempre più a essere quello che possiamo definire “il bastone” dell’imprenditore o del manager. Lo assiste, lo consiglia e lo supporta tramite analisi make or buy, analisi di convenienza, piani di fattibilità, creazione di scenario planning. Tiene d’occhio i numeri per sviluppare strategie concrete in vista di progetti futuri o di attività che richiedono di essere corrette e aggiustate tempestivamente e che riguardano tutto il mondo che gravita intorno all’impresa stessa. Il controller riesce a fare tutto questo soprattutto grazie alla sua profonda conoscenza del business.
Tra le sue competenze troviamo:
Per la gestione dei KPI aziendali inoltre il controller deve avere una conoscenza approfondita delle procedure amministrative, tenendo sempre presenti le norme civilistiche e fiscali sia al momento di redigere i bilanci che nella gestione del software applicativo. Molto spesso per tutte queste attività viene richiesta una approfondita esperienza con sistemi quali:
La formazione di un controller è generalmente di tipo economico. Si ricercano infatti laureati in queste discipline, come economia aziendale o ingegneria gestionale, economia e commercio o scienze bancarie. Trattandosi comunque di un ruolo relativamente giovane e soprattutto di enorme responsabilità le competenze tecniche e professionali devono essere del più alto profilo possibile. Ecco perché esiste un’offerta di master universitari che guidano e formano nel settore del controllo di gestione.
La figura del controller in Italia, secondo Talent.com, percepisce uno stipendio medio che si attesta intorno ai €35.750 all’anno. Per le posizioni junior o entry level si parla di uno stipendio annuo di €29.500. I controller con più esperienza raggiungono invece uno stipendio fino a €55.080 all’anno.
La regione italiana che meglio retribuisce i suoi controller sarebbe il Lazio con uno stipendio mensile pari a €3.125, seguono Emilia-Romagna e Veneto (€2.917). Quinta posizione invece per la Lombardia (€2.054).
Situazione diversa negli Stati Uniti. Indeed calcola infatti uno stipendio medio annuo di $97.896, con il controller con meno di un anno di esperienza in grado di guadagnare $93.564, mentre chi lavora da più di dieci anni si attesta a $106.690.
Per la formazione trovate alcune informazioni su eventuali corsi di laurea nelle università di Bologna, Venezia e Parma. Mentre per Master nel settore del controllo di gestione sul sito della 24ore Business School