LincMagazine

Il Metaverso, un’opportunità per le aziende?

Scritto da Gianluca Cedolin | 21/02/22 11.22

Vivere in un universo parallelo in cui un avatar ci rappresenta, diventando una proiezione di noi stessi in un altro mondo. È un’idea che ci affascina da almeno 50 anni. Nel 1992 lo scrittore Neal Stephenson ha dato un nome a questo luogo, chiamandolo Metaverso nel libro di fantascienza Snow Crash. Alla fine del 2021 Mark Zuckerberg con la sua Meta, il colosso digitale prima chiamato Facebook, lo ha reso realtà (virtuale), con le altre big tech pure attive in quella direzione. Il nuovo Metaverso, secondo la definizione data dalla stessa Meta, è «uno scenario di spazi virtuali da esplorare e creare con altre persone che non sono nel tuo stesso spazio fisico. Qui potrai uscire con gli amici, lavorare, giocare, imparare, acquistare, creare, e molto di più». Praticamente un altro mondo, con in più alcune possibilità che quello reale non può dare. Una grande opportunità anche per le aziende. 

Sì, ma in che modo?

Le nuove frontiere offerte dal Metaverso sono di diverso tipo. Da un lato, il mondo virtuale permetterà (e in parte già permette) alle compagnie di sperimentare nuove modalità di lavoro da remoto. Dall’altro le aziende stesse possono guadagnare vendendo i propri prodotti (virtuali e fisici) e servizi all’interno del Metaverso. Senza contare le nuove opportunità di lavoro che questo mondo creerà.  

Esistono già diverse aziende che stanno testando delle piattaforme di lavoro da remoto o ibride. A differenza del classico home working, quello delle call su Zoom o su Meet e delle infinite email, il Metaverso consente un’esperienza molto più immersiva. Viene in sostanza infatti ricreato virtualmente l’ambiente dell’ufficio. Ovviamente in questo sono fondamentali strumenti come i visori 3d, degli apparecchi audio di livello e dei pc abbastanza potenti. Oltre a Horizon Workrooms di Facebook, l’area di lavoro in realtà virtuale sviluppata da Meta, ci sono altre piattaforme per i meeting di lavoro nel Metaverso già sviluppate, come Gather.town e Teooh. In Italia, la start-up siciliana Coderblock punta a diventare il primo Metaverso italiano per incontri di lavoro. 

Come in ogni ambito, la tecnologia può offrire un miglioramento, se usata in maniera appropriata. Il Metaverso, almeno per ora, non può e non deve sostituire le relazioni umane vere, tangibili, ma può in certi casi aiutare a migliorarle. Quando una persona non può essere presente a una riunione o a un incontro, per esempio, parteciparvi con il proprio avatar è molto più diretto e utile rispetto a una videochiamata o a una telefonata. 

Il business

Oltre a questo, come detto, il Metaverso è anche una grande occasione di guadagno. Prima di tutto per le aziende sviluppatrici e per tutte le altre attive sul fronte delle tecnologie necessarie alla realtà virtuale come quelle che producono microchip, impianti audio e video, visori 3d, ma anche per chi guadagna con le criptovalute (che saranno la moneta ufficiale del Metaverso) e con i videogiochi, che del Metaverso sono proprio i precursori. 

Anche le aziende più tradizionali possono creare nuovi business nel Metaverso. Anzi, secondo gli analisti della società di investimenti BlackRock, tutti i brand dovranno fare i conti con la nuova realtà. Stiamo del resto assistendo alla grande espansione degli NFT, i token non fungibili, che certificano l’unicità di un bene digitale. Oggi ci sono opere d’arte, diamanti, scarpe che esistono solo nel mondo virtuale, ma sono uniche, di proprietà di una persona. Lo scorso novembre una borsa di Gucci digitale è stata venduta per 4mila dollari, e molte altre aziende di moda sono intenzionate a vestire gli avatar delle persone che si muovono nel Metaverso. Nike, tra le altre, alla fine del 2021 ha acquistato una società specializzata nella creazione di NFT, e sembra pronta anche lei a sbarcare nel Metaverso con le sue Sneakers. Per molti di noi è qualcosa di strano, difficile da concepire, ma la rivoluzione sta già avvenendo. Sembra più sensato interrogarci non sul se il Metaverso prenderà piede, ma sul “quando” e sul “come” questo cambierà le nostre vite e il lavoro delle aziende.