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Design week: quattro protagonisti, tra tradizione e innovazione

Scritto da Redazione di LinC | 19/04/23 17.00

La professione del designer ha da sempre dovuto relazionarsi con il cambiamento dei tempi.

Se il fine rimane lo stesso – ovvero progettare un oggetto non solamente funzionale ed esteticamente apprezzabile, ma anche di semplice utilizzo per il consumatore finale – il metodo è invece diverso per ogni professionista, si evolve nel tempo e nello spazio, riflettendo le trasformazioni della società e della tecnologia. La grande rivoluzione in corso oggi è rappresentata dall’intelligenza artificiale. Quest’ultima è attualmente utilizzata nella creazione di immagini e nella fase di brainstorming, ma nei prossimi anni probabilmente guadagnerà un ruolo maggiore, automatizzando parte del processo di progettazione e creazione. Tali software si sono aggiunti a recenti innovazioni che negli scorsi anni hanno avuto un forte impatto sul flusso di lavoro dei designer. Gli studi di neuromarketing e l’analisi dei dati, per esempio, hanno permesso a questi professionisti di progettare a partire da numerose informazioni quantitative; le stampanti 3D hanno invece velocizzato la creazione di oggetti; grazie alle stanze virtuali, i designer d’interni possono progettare praticamente in tempo reale.

Ed è proprio a partire dalla riflessione su come il settore del design possa rapportarsi alle sfide dei prossimi tempi – dal cambiamente climatico all’instabilità politica, dalla crisi energetica alla transizione digitale – che ritorna anche quest’anno la Design Week, a Milano dal 17 al 24 aprile, con il titolo “Laboratorio Futuro”

L’iniziativa in questione ci ricorda però che per ragionare sul futuro bisogna prima aver compreso il nostro passato. Per un designer, professionalmente parlando, sono quindi interessanti le novità, ma anche la tradizione e le tecniche artigianali. Sono diversi i professionisti che fanno la scelta radicale di integrare nel proprio processo di creazione elementi quasi anacronistici. Tra i tanti che esporranno durante la Milano Design Week – la settimana di eventi, mostre e appuntamenti nei vari quartieri del capoluogo lombardo, in concomitanza con il Salone Internazionale del Mobile – ne abbiamo selezionati quattro che posseggono questa doppia visione: da un lato, lavorano in ambienti innovativi e multimediali, e sanno usare strumenti e tecnologie moderne; dall’altro, compiono una ricerca sulle attività artigianali e tradizionali dei propri luoghi di origine, spesso replicandone le tecniche.

La mostra Tools & Craft di Isola Design District si interroga sugli strumenti in continuo cambiamento del mondo del design. Tra i lavori esposti, segnaliamo quello di Naomi Remijin, designer originaria della Zelanda, piccola provincia meridionale dell’Olanda. Naomi nutre una grande passione per i tessuti e le tecniche tradizionali di confezione di abiti della propria terra. Ne ammira, infatti, la lentezza e la precisione necessarie a completarne la realizzazione. Creando pezzi per interni ispirati ai tipici vestiti indossati nella sua regione, ingrandendone i dettagli e decontestualizzandoli, restituisce al pubblico moderno tutto il valore e la maestria dell’artigianato locale.

Giacomo Moor è un designer milanese. Si laurea in Design del prodotto presso il Politecnico di Milano nel 2009, con una tesi sui difetti del legno, che verrà pubblicata poi su Abitare Magazine. Durante i suoi studi inizia a frequentare le botteghe artigianali milanesi: nasce qui la passione per questo materiale. Oggi dirige uno studio multidisciplinare, composto da giovani creativi, designer e artigiani, dove continua a valorizzare il lavoro manuale, producendo pezzi unici. Esporrà presso gli spazi di Assab One per l’ONG LiveinSlums, mostrando panche, tavoli, letti e altri oggetti d’arredo realizzati in collaborazione con giovani ragazzi kenioti, coinvolti nei progetti di riqualificazione urbana portati avanti dall’associazione.

Il lavoro di Cristián Mohaded oscilla tra Milano e Buenos Aires. Le sue opere partono sempre dalla carta: è infatti disegnatore. Esplora il rapporto tra design e artigianato, collaborando con diversi artigiani argentini, lavorandoci a stretto contatto. Il suo obiettivo è valorizzare la pratica tradizionale e farla coesistere con l’innovazione. All’heritage andino sarà ispirata l’installazione che presenterà per Loro Piana Interiors durante la Design Week: diversi saranno gli oggetti presentati – ceramiche, divani e pouff.

Quest’anno è sorto un nuovo distretto del design – il Porta Venezia Design District – e la tematica dell’innovazione tecnologica è al centro dell’indagine. La mostra Abracadabra di Wonderglass vuole celebrare il vetro nella cultura visiva e le tecniche di lavorazione di questa materia, tra cui quelle veneziane. Tra i designer chiamati a esporre, figura anche Bethan Laura Wood, che dal 2009 dirige uno studio multidisciplinare. L’esposizione in questione si inserisce perfettamente nella ricerca dell’artista: il vetro, infatti, è da sempre uno degli elementi che favorisce e il lavoro a stretto contatto con un territorio e i suoi artigiani rappresenta una delle sue fonti di ispirazione primarie.

Appare quindi evidente come nuove tecnologie e tradizione non siano, per questi designer, poli estremi, in grado di escludersi a vicenda. Possono, in realtà, coesistere, dando vita a un equilibrio contemporaneo tra velocità di produzione e qualità del prodotto finale.

 

Le foto sono, rispettivamente, di: Marleen Kurvers, Omar Sartor, Claudia Zalla e Mattia Greghi. L’opera di Bethan Laura Wood è stata realizzata per il brand Perrier Jouet.

 

*** Eng version

The design profession has always had to have a strong interaction with changing times. While the goal remains the same – designing an object that is not only functional and aesthetically pleasing, but also easy to use for the end consumer – the method is different for each professional, evolving over time and space, reflecting the changes in society and technology. The great revolution taking place today is artificial intelligence. It is currently used in the creation of images and during the brainstorming phase, but it will probably gain a greater role in the coming years, automating part of the process of design and creation. Such softwares added to recent innovations that have had a major impact on the workflow of designers in recent years. Neuromarketing studies and data analysis, for example, have enabled these professionals to design starting from a wealth of quantitative information; 3D printers have speeded up the creation of objects; thanks to virtual rooms, interior designers can design in virtually real time.

And it is precisely from the reflection on how the design sector can relate to the challenges of the coming times – from climate change to political instability, from the energy crisis to the digital transition – that Design Week returns again this year, in Milan from 17 to 24 April, with the title “Future Workshop”

However, this initiative reminds us that in order to think about the future, we must first understand our past. For a designer, professionally speaking, novelties are therefore interesting, but so are tradition and craft techniques. There are several professionals who make the radical choice of integrating almost anachronistic elements into their creation process. Among the many who will be exhibiting during Milan Design Week – the week of events, exhibitions and appointments in the various districts of Lombardy’s capital city, in conjunction with the Salone Internazionale del Mobile – we have selected four who possess this double vision: on the one hand, they work in innovative and multimedia environments, and know how to use modern tools and technologies; on the other, they carry out research into the craftsmanship and traditional activities of their places of origin, often replicating their techniques.

The Tools & Craft exhibition at Isola Design District explores the changing tools of the design world. Among the works on display is one by Naomi Remijin, a designer originally from Zeeland, a small southern province in the Netherlands. Naomi has a great passion for the textiles and traditional dressmaking techniques of her homeland. Indeed, she admires the slowness and precision their creation requires. By creating pieces for interiors inspired by typical clothes worn in her region, magnifying their details and decontextualising them, she restores to modern audiences all the value and skill of the local handicrafts.

Giacomo Moor is a designer from Milan. He graduated in Product Design at the Politecnico di Milano in 2009, with a thesis on wood defects, which was later published in Abitare Magazine. During his studies, he began to frequent Milanese artisan workshops: it was here that his passion for this material was born. Today, he runs a multidisciplinary studio, made up of young creatives, designers and artisans, where he continues to enhance manual work, producing unique pieces. He will be exhibiting at Assab One‘s spaces for the NGO LiveinSlums, showing benches, tables, beds and other furnishing objects made in collaboration with young Kenyan children involved in the urban regeneration projects promoted by the association. 

The work of Cristián Mohaded oscillates between Milan and Buenos Aires. His works always start from paper: he is in fact a draughtsman. He explores the relationship between design and craftsmanship, working closely with several Argentine artisans. His aim is to enhance traditional practice and allow it to coexist with innovation. The Andean heritage will inspire the installation for Loro Piana Interiors during Design Week: various objects will be presented – ceramics, sofas and ottomans.

This year, a new area for design has emerged – the Porta Venezia Design District – and the subject of technological innovation is at the heart of its investigations. WonderglassAbracadabra exhibition seeks to celebrate glass in visual culture and the techniques for working with this material, including Venetian techniques. Among the designers invited to exhibit is Bethan Laura Wood, who has been running a multidisciplinary studio since 2009. The exhibition in question fits in perfectly with the artist’s research: in fact, glass has always been one of her favourite elements, and working in close contact with a territory and its artisans is one of her primary sources of inspiration.

It is therefore clear that new technologies and tradition are not, for these designers, at opposite poles that are mutually exclusive. They can, in fact, co-exist, creating a simultaneous balance between speed of production and quality of the final product.

 

Photos are, respectively, by: Marleen Kurvers, Omar Sartor, Claudia Zalla and Mattia Greghi. Bethan Laura Wood’s work was created for the Perrier Jouet brand.