«Le parole sono importanti!» urla sconvolto Michele Apicella (Nanni Moretti) a una sfortunata giornalista nel film Palombella Rossa, indignato per l’incapacità che questa mostra, intervistandolo, di saper utilizzare in maniera appropriata la terminologia. Certo, l’enfasi di Apicella è concessa solo ai protagonisti del mondo cinematografico e affini, ma l’assoluta veridicità del messaggio resta per tutti.
Anche nel mondo del lavoro le parole sono importanti, soprattutto quelle pronunciate dai CEOs ai propri dipendenti, perché possono fare davvero la differenza in termini di benessere del team, produttività aziendale e raggiungimento degli obiettivi.
I nuovi modelli di leadership in azienda
Negli ultimi anni stiamo assistendo a una vera e propria evoluzione del ruolo della leadership e del modo di gestire un team di lavoro. Il modello fortemente gerarchizzato e basato sul paradigma “io ordino-tu esegui” è ormai obsoleto e del tutto insoddisfacente ad affrontare le nuove sfide e le complessità che caratterizzano il mercato odierno. Gli “Yes, man” sono roba vecchia e oggi, se si ha a cuore il successo della propria azienda, si persegue la strada della condivisione, dell’ascolto attivo e del confronto reciproco. Un’immagine vale sicuramente più di mille parole: Mark Zuckerberg, uno dei CEO più di successo degli ultimi vent’anni, che incontra i suoi manager seduto a una tavola rotonda, in abbigliamento sportivo. È la forma che cede il passo alla sostanza, alla creatività, all’innovazione, ma anche alle idee e ai bisogni dei lavoratori.
Tra il vecchio e il nuovo
In Italia la fase di transizione è caratterizzata da ambivalenze e compresenze agli antipodi: infatti, accanto ai molti esempi virtuosi legati ai nuovi modelli di leadership, ci sono anche realtà ancora legate a un approccio tradizionale, caratterizzato da autoritarismo, scarsa innovazione e difficoltà a slegare l’attività lavorativa dalla classica scrivania in ufficio. In particolare, quest’ultimo aspetto, ha conseguenze negative rispetto al ventaglio di opportunità che un’azienda ha davanti e riduce la possibilità di essere competitivi in quello che ormai è un mondo dai confini molto elastici, dove il lavoro è sempre più slegato da spazi fisici e orari predeterminati.
Quello che i CEOs dicono e come lo dicono
È uno dei fattori chiave per il successo in azienda, migliora le relazioni personali, la coesione del gruppo, crea valore e favorisce una comprensione più chiara e partecipativa degli obiettivi aziendali.
Non ci sono parole magiche, che valgono per tutti, molto dipende dal contesto in cui si opera, ma il faro che dovrebbe guidare i CEOs nella comunicazione riguarda la trasparenza e la capacità di saper adottare un linguaggio chiaro e diretto, mettendo da parte gli eccessivi tecnicismi.
Un altro aspetto rilevante ha a che fare con la personalizzazione della comunicazione in favore della cultura aziendale e di quelle che sono le relazioni personali all’interno dell’organizzazione. È importante tenere conto delle caratteristiche degli individui che compongono i team, rispettare le diversità evidenziandone il valore aggiunto, riconoscere e manifestare apprezzamento per le capacità dei singoli come del gruppo e mettere in risalto i punti di forza, indipendentemente dalla posizione o dal ruolo in azienda.
È importante soprattutto permettere al personale di sentirsi libero di esprimere dubbi, domande, commenti, aspettative e necessità. Un leader più che parlare deve saper ascoltare, come afferma Richard Branson, che non ha bisogno di presentazioni: “La capacità di ascoltare è la qualità principale di un leader efficace. Si impara di più ascoltando che parlando”.
Last but not least, la scelta degli strumenti per comunicare all’interno dell’azienda è determinante per garantire che le informazioni giungano in maniera efficace a tutti ed è per questo che è importante scegliere il canale più adatto a seconda del messaggio da comunicare e della platea da raggiungere (e-mail, intranet, riunioni, incontri informali, strumenti digitali, etc.).
Le parole sono importanti fino alla fine
Le parole che i CEOs rivolgono alla loro popolazione aziendale sono importanti lungo tutto il percorso di carriera, anche quando, purtroppo, questo percorso si interrompe. Oltre ad avere molta importanza per il dipendente oggetto del provvedimento, il modo in cui un CEO comunica un licenziamento ha un impatto anche sulla percezione dell’azienda e sulla sua capacità di superare questo evento, per questo la strategia migliore è sempre quella di adottare un approccio rispettoso e trasparente.
In fin dei conti, le parole sono importanti.