La Giornata Mondiale delle Competenze Giovanili

I giovani del mondo hanno il triplo della possibilità di essere disoccupati rispetto agli adulti.

Secondo il rapporto Tendenze mondiali dell’occupazione giovanile 2022 redatto dall’Organizzazione internazionale del lavoro, nel 2022 i giovani disoccupati nel mondo erano il 15,6 per cento, contro il 5,8 per cento degli adulti. Parliamo di 73 milioni di persone comprese tra i 15 e i 24 anni. Il 23,3 per cento dei giovani, in base ai dati dell’Oil, rientra poi nella categoria NEET, vale a dire persone che non lavorano e non studiano, una percentuale che sale restringendo il campo alle sole giovani donne e in generale alle ragazze e ai ragazzi dei paesi meno ricchi. Oltre a questo, le nuove generazioni sono esposte continuamente a lavori di bassa qualità e precari, a evidenti disuguaglianze e a transizioni tra studio e lavoro sempre più lunghe e accidentate.

L’istituzione e gli obiettivi della giornata mondiale

Per questo e per altri motivi, nel 2014 l’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha istituito per il 15 luglio di ogni anno il World Youth Skills Day, la Giornata Mondiale delle Competenze Giovanili. L’obiettivo è quello di raggiungere migliori condizioni socio-economiche per i ragazzi e le ragazze di oggi, affrontando le sfide della disoccupazione e della sottoccupazione. Le Nazioni Unite si impegnano con questo ad abbattere le barriere di accesso al mondo del lavoro, garantendo che le competenze acquisite siano riconosciute e certificate e offrendo opportunità di sviluppo di queste competenze per i lavoratori non occupati. Nei prossimi 15 anni andranno creati circa 600 milioni di posti di lavoro per incontrare i bisogni di impiego giovanile.

Il tema di quest’anno

Tra le principali ragioni della disoccupazione giovanile c’è sicuramente la discrepanza tra le abilità che i lavoratori possono offrire e quelle invece richieste dal mondo del lavoro. Per far crescere le conoscenze e le competenze, è importante favorire una più dolce transizione al mondo del lavoro, e in questo giocano un ruolo chiave le persone che formano e accompagnano le nuove generazioni. Non a caso il tema del World Youth Skills Day 2023 è Skilling teachers, trainers and youth for a transformative future, che potremmo tradurre con Formare gli insegnanti, gli educatori e i giovani per un futuro trasformativo.

La situazione lavorativa dei giovani in Italia

In Italia la disoccupazione giovanile nel 2021 era al 23,3 per cento secondo l’Eurostat: in Francia al 9,9, in Germania al 10,1, in Olanda e Belgio al 14 e al 16,7. I nostri giovani lavoratori sono sempre meno: nel Sesto Rapporto Censis-Eudaimon sul Welfare Aziendale si legge che nel decennio 2012-2022 gli occupati tra i 15 e i 34 anni sono diminuiti del 7,6 per cento e quelli tra i 35 e i 49 anni del 14,8 per cento, mentre al contrario i 50-64enni sono aumentati del 40,8 e gli over 65 addirittura del 68,9 per cento. C’entrano molti fattori, a cominciare dall’invecchiamento generale della popolazione, in un paese in preoccupante declino demografico, per arrivare alle retribuzioni ancora troppo basse. Sempre secondo l’Istituto europeo di statistica, lo stipendio medio per la fascia tra i 18 e i 24 anni è di 15.858 euro all’anno, inferiore alla media europea di 16.825 euro. Se lo confrontiamo con i paesi con un costo della vita simile al nostro, il risultato è impietoso: i giovani in Germania guadagnano mediamente 23.858 euro in un anno, in Francia 19.482, in Olanda 23.778 e in Belgio addirittura 25.617. Solo la Spagna, in questo gruppo di paesi, fa peggio di noi, con 14.085.

Il caso dei NEET

La situazione è ancora più critica se allarghiamo lo sguardo agli inattivi. L’acronimo NEET  (Not engaged in Education, Employment or Training) indica le persone che in un dato momento non studiano, né lavorano né ricevono una formazione. L’Italia è seconda nell’Unione europea per percentuale di giovani NEET: il 20 per cento tra i 15 e i 29 anni (il 25 per cento circa delle ragazze e il 15 per cento dei ragazzi), peggio di noi solo la Romania. Sta crescendo, o è già cresciuta, una generazione di persone che vive nell’incertezza, nel disincanto, formata troppo poco o troppo male.

Una delle origini del problema: la scuola

L’Italia è, tra i paesi sviluppati, uno di quelli che spende meno per la scuola. Un report di Unimpresa, basato sui dati della Banca Mondiale e dell’Eurostat, parla di una spesa media di 8.514 euro per studente, il 15 per cento in meno delle grandi economie europee. Nella scuola e nell’università investiamo l’8 per cento del budget statale (la media europea è il 9,9) e il 4 per cento del PIL (4,7). Non è solo questione di quantità, però, quanto soprattutto di qualità. Molto spesso il percorso scolastico italiano non prepara adeguatamente al mondo del lavoro e i giovani, pur studiando per molti anni, non hanno le competenze necessarie a compiere il salto.

Quali sono, quindi, queste competenze?

L’Associazione Orientatori Italiani (AssOrienta) ha pubblicato un decalogo delle Dieci skills più richieste nel 2023, un mix di competenze hard e soft necessarie ai giovani (e non solo) per farsi strada nel mondo del lavoro odierno. Ci sono concetti un po’ più vaghi come leadership, management e comunicazione, predisposizione all’apprendimento permanente, ma anche abilità e conoscenze specifiche quali l’analisi dei dati, la gestione delle relazioni con i clienti, la creazione di contenuti, lo sviluppo software. È fondamentale conoscere bene l’inglese, mentre la transizione ecologica e la gestione del personale (in ottica anche dell’automazione del lavoro) sono due campi in cui ci sarà molto spazio.

Le posizioni lavorative più ricercate in Italia

I settori dove c’è più richiesta di giovani lavoratori e lavoratrici sono da un lato quelli legati alla transizione digitale (informatica, data protection, digital transformation, machine learning) e a quella ecologica (i green jobs di cui abbiamo parlato spesso ultimamente), dall’altro però anche lavori che potremmo definire più tradizionali, come quelli nell’edilizia e nel settore della ristorazione e dell’accoglienza, perché i nostri paesaggi urbani stanno cambiando velocemente, mentre il turismo è un hobby sempre più diffuso. Molto ricercati saranno, e sono già, professionisti medico-sanitari e in generale tutti quelli dell’ambito Stem (quello delle discipline scientifico-tecnologiche). Assolavoro, con il suo osservatorio statistico Datalab, a intervalli di tempo fa una classifica delle 30 figure professionali più ricercate nel mondo del lavoro, divise in tre categorie: lavoratori a elevata qualifica, a media qualifica e operai specializzati. Nell’ultimo bollettino, relativo a marzo-aprile 2023, in cima alle tre categorie c’erano queste tre professioni: software engineer, elettricisti o progettisti elettrici, operai elettrici o termoidraulici. I lavori per i giovani ci sarebbero, ma bisogna formare le nuove generazioni: il World Youth Skills Day vuole essere un aiuto in questa direzione.

 

 

***Eng version

Young people in the world are three times more likely to be unemployed than adults. According to the report World Youth Employment Trends 2022 compiled by the International Labour Organisation, unemployed youth worldwide were 15.6 percent in 2022, compared to 5.8 percent of adults. We are talking about 73 million people between the ages of 15 and 24. Moreover, 23.3 percent of young people, according to the ILO data, fall into the NEET category, i.e. people not working and not studying, a percentage that rises if we narrow the field to young women only and in general to girls and boys from less wealthy countries. In addition to this, the younger generation is continuously exposed to jobs that are of low quality and precarious, glaring inequalities and increasingly long and bumpy transitions between study and work.

The establishment and objectives of the World Day

For this and other reasons, in 2014 the United Nations General Assembly established World Youth Skills Day for 15 July each year. The aim is to achieve better socio-economic conditions for today’s boys and girls by addressing the challenges of unemployment and underemployment. With this, the United Nations is committed to breaking down barriers to entry into the world of work, ensuring that acquired skills are recognised and certified, and providing opportunities for non-employed workers to develop these skills. Some 600 million jobs will have to be created over the next 15 years to meet the employment needs of young people.

This year’s theme

One of the main reasons for youth unemployment is certainly the mismatch between the skills that workers can offer and those required by the world of work. In order to increase knowledge and skills, it is important to foster a smoother transition to the world of work, and the people who train and accompany the new generations play a key role in this. It is no coincidence that the theme of World Youth Skills Day 2023 is Skilling teachers, trainers and youth for a transformative future.

The employment situation of young people in Italy

In Italy youth unemployment in 2021 was at 23.3 percent according to Eurostat: in France at 9.9, in Germany at 10.1, in the Netherlands and Belgium at 14 and 16.7. There are always fewer of our young workers: in the Sixth Censis-Eudaimon Report on Corporate Welfare we read that in the decade 2012-2022 the employed between the ages of 15 and 34 decreased by 7.6 percent and those between 35 and 49 by 14.8 percent, while on the contrary, the 50-64 year-olds increased by 40.8 and the over-65s by as much as 68.9 percent. Many factors are involved, starting with the general ageing of the population, in a country with a worrying demographic decline, and ending with wages that are still too low. Also according to the European Statistical Institute, the average salary for the 18-24 year old age group is EUR 15,858 per year, lower than the European average of EUR 16,825. If we compare it with countries with a cost of living similar to ours, the result is merciless: young people in Germany earn an average of 23,858 euros in a year, in France 19,482, in Holland 23,778 and in Belgium it reaches as much as 25,617. Only Spain, in this group of countries, does worse than us, with 14,085.

The case of NEETs

The situation is even more critical if we widen our gaze to the inactive people. The acronym NEET (Not Engaged in Education, Employment or Training) refers to people who, at any given time, are neither in education nor in employment or training. Italy is second in the European Union for the percentage of NEET young people: 20 percent between the ages of 15 and 29 (25 percent of girls and young women and 15 percent of boys and young men), only Romania is worse than us in this regard. A generation of people is growing up, or has already grown up, living in uncertainty, in disenchantment, trained too little or too poorly.

One of the origins of the problem: the school

Italy is, among developed countries, one of those that spends the least on schools. A report by Unimpresa, based on data from the World Bank and Eurostat, speaks of an average expenditure of EUR 8,514 per student, 15 percent less than the major European economies. In schools and universities we invest 8 percent of the state budget (the European average is 9.9) and 4 percent of the GDP (4.7). It is not just a question of quantity, however, but above all one of quality. Very often, the Italian school system does not adequately prepare for the world of work and young people, despite studying for many years, do not have the necessary skills to make the leap.

What, then, are these skills?

The Associazione Orientatori Italiani (AssOrienta) has published a decalogue of the Ten Skills Most in Demand in 2023, a mix of hard and soft skills needed by young people (and others) to make their way in today’s world of work. There are somewhat more vague concepts such as leadership, management and communication, lifelong learning, but also specific skills and knowledge such as data analysis, customer relationship management, content creation, software development. A good knowledge of English is essential, while the ecological transition and personnel management (also with a view to work automation) are two areas where there will be a lot of room.

The most sought-after jobs in Italy

The sectors where there is most demand for young men and women workers are, on the one hand, those related to the digital transition (IT, data protection, digital transformation, machine learning) and the ecological transition (the green jobs we we have spoken about very often recently), on the other hand, however, also jobs that we could define as more traditional, such as those in construction and in the catering and hospitality sector, because our urban landscapes are changing fast, while tourism is an increasingly popular hobby. Highly sought after will be, and already are, medical professionals and in general all those in the Stem field (that of scientific-technological disciplines). Assolavoro, with its statistical observatory Datalab, at intervals makes a ranking of the 30 most sought-after professional figures in the world of work, divided into three categories: high-skilled, medium-skilled and skilled workers. In the last bulletin, for March-April 2023, the top three categories were these three professions: software engineers, electricians or electrical designers, and electrical or plumbing workers. Jobs for young people are there, but the new generations need to be trained: World Youth Skills Day is meant to be a helpful tool in this direction.

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