C’erano una volta le aziende, quelle con una chiara struttura gerarchica, decisioni prese al vertice e tante scrivanie per ospitare tutti i dipendenti. Poi sono arrivati i modelli organizzativi che hanno messo in evidenza gli aspetti funzionali o di progetto (o entrambi) e dietro a questi anche i team e l’organizzazione trasversale. Sporadicamente, con lo sviluppo della tecnologia, si è sperimentato anche il lavoro da remoto, magari solo per alcuni giorni al mese o in occasione di trasferte. Poi gli anni della pandemia ci hanno travolto, molti si sono ritrovati a doversi rapidamente adattare a un’organizzazione del lavoro a distanza, utilizzando strumenti innovativi e in molti casi del tutto inediti.
Nonostante i momenti terribili che abbiamo affrontato come lavoratori e soprattutto come persone, questi anni ci hanno insegnato molte cose, tra queste che è possibile lavorare svincolati da luoghi e spazi, a volte anzi è preferibile ed è addirittura una grande opportunità, per i lavoratori come per le aziende. Aprirsi a nuove possibilità, migliorare la qualità della vita grazie a un maggiore equilibrio tra tempi di vita e lavoro, sfruttare tutto il potenziale della tecnologia per restare competitivi e aumentare la produttività; questi sono solo alcuni dei vantaggi legati a un modello di lavoro che va oltre i confini geografici e che supera il concetto di smartworking per approdare a metodi innovativi, metodi che permettono di lavorare e collaborare con team distribuiti in tutto il mondo. In un momento storico che vede le aziende in difficoltà al momento di incontrare i talenti di cui hanno bisogno, svincolarsi dai confini permette di aumentare le possibilità di trovarli, andandoli a cercare letteralmente ovunque. Infatti, già dalla fase di selezione, entrano in gioco nuovi strumenti, come test online e videocolloqui, che permettono di velocizzare il processo e aprirsi a tantissime opportunità. Grazie alle nuove tecnologie è possibile superare le barriere geografiche e linguistiche e le aziende possono creare team globali che valorizzano la diversità e favoriscono collaborazione e innovazione, attraverso prospettive e punti di vista culturali diversi. Nonostante la distanza è possibile sostenere le relazioni interpersonali e creare una cultura aziendale forte, supportando il benessere dei lavoratori e il loro senso di coesione.
Un’azienda che ha abbracciato il modello del lavoro senza confini è Everywhere, startup innovativa nata nel novembre 2020 da un’idea di Mariarita Costanza, CEO e cofounder. È una società benefit il cui fulcro ruota intorno all’offerta di servizi ad hoc per il benessere dei lavoratori, per i loro bisogni, esigenze e desideri, senza perdere di vista gli obiettivi aziendali legati alla produttività e alla crescita – le due cose infatti, come sappiamo, sono strettamente connesse tra loro. Everywhere può contare su una rete di coworking presenti sul territorio nazionale, in cui lavoratori e aziende possono incontrarsi e lavorare insieme senza necessariamente essere ogni giorno presenti nello stesso spazio fisico. Al contempo quest’azienda offre servizi per una gestione sempre più ottimale ed efficace dei nuovi modelli di lavoro “ibridi” e soprattutto la possibilità di poterlo fare everywhere, ovvero dappertutto. Quando le aziende danno ai propri dipendenti la possibilità di lavorare nei coworking Everywhere, danno loro anche l’opportunità di trascorrere del tempo in sede come cittadini temporanei. «Coinvolgiamo tutta la comunità locale, dal mondo dell’ospitalità agli experience designer, che conoscono bene il territorio e offrono esperienze peculiari e identitarie al tempo stesso» mi racconta Mariarita Costanza. «Parte della nostra mission è valorizzare non tanto le grandi città, già ampiamente frequentate, ma quei territori minori, più piccoli, con potenzialità culturali, naturalistiche e sociali davvero interessanti». I team aziendali che usano i coworking per lavorare o fare esperienze di formazione si aprono alla possibilità di contaminazione, sia tra team di aziende diverse che con il territorio stesso, producendo così maggiore sviluppo e crescita.
Se da un lato Everywhere lavora affinché territori e aziende possano entrare in sinergia, dall’altro offre alle aziende tutta una serie di servizi mirati al benessere dei lavoratori e all’organizzazione del lavoro da remoto. «Si tratta di una piattaforma, un vero e proprio coworking virtuale a cui si accede attraverso un avatar e che non ha bisogno di ulteriori strumenti, come Meet o Teams, per fare delle riunioni e condividere file» dice ancora Costanza. «Ci si può scambiare opinioni e informazioni anche a voce, in tempo reale, la percezione è davvero quella di essere tutti nello stesso posto, seppur non in termini strettamente fisici».
L’esperienza insegna che lavoratori felici assicurano alle aziende un futuro luminoso, per questo Everywhere le assiste nell’offrire ai lavoratori tutta una serie di servizi come la consulenza psicologica, il nutrizionista, un coach per sedute singole e di gruppo, il mindfulness online, le sessioni di yoga e di fitness in generale. «Crediamo che il benessere abbia come naturale conseguenza una migliore produttività, e questo è un beneficio sia per il dipendente che per l’azienda. Organizziamo anche momenti e iniziative di networking tra i dipendenti e le aziende della community di Everywhere, all’interno di coworking virtuali, dove emergono connessioni sia personali che di business».
Una delle questioni principali è che lo smartworking permette di risolvere il problema della scarsità di profili, soprattutto di quelli tecnici, offrendo la possibilità di cercare in maniera più diffusa: «I nostri coworking diventano abilitanti in questo senso, creando una doppia opportunità, per le aziende e per i territori, che non vedono andar via profili preparati e di valore. I lavoratori dal canto loro, senza la necessità di spostarsi dal luogo dove vivono, non perdono i vantaggi legati alle relazioni professionali perché all’interno dei coworking incontrano altri professionisti e aziende» afferma Costanza.
La mia chiacchierata con Mariarita Costanza, che è cofounder e direttore tecnico anche dell’azienda Macnil, si è conclusa con un augurio da parte sua: «Il mio auspicio è che le imprese italiane si rendano conto dei cambiamenti che stanno investendo il mondo del lavoro e comincino a adottare sempre più spesso politiche orientate al benessere dei lavoratori. Le aziende sono fatte di persone, se un’azienda ha successo è perché le persone che lavorano in quella azienda hanno fatto tutto quello che c’era da fare affinché l’azienda avesse successo. Bisogna valorizzare i propri dipendenti perché porta a risultati non solo in termini di miglioramento della produttività, ma anche dello stile di vita delle persone, e questo va a beneficio delle aziende stesse, delle persone, e dell’intera società, un vero e proprio circolo virtuoso».