Risorse umane e innovazione tecnologica: il settore HR è uno dei più ricettivi in termini di avanzamenti tecnologici, capace di cogliere le opportunità dell’innovazione. La tecnologia, in modo particolare l’Intelligenza Artificiale (IA), è infatti presente in ogni fase del cosiddetto ciclo del talento, dall’attraction alla raccolta e analisi delle candidature, dal processo di valutazione alla selezione e fino all’assunzione, passando poi alla digitalizzazione di upskilling e reskilling all’interno dell’azienda e al monitoraggio di ogni processo HR. Automatizzando alcune delle attività richieste dal ruolo, velocizzando di conseguenza l’intero iter, l’IA permette al professionista di occuparsi in maniera più attenta e approfondita di tutti gli aspetti, per l’appunto, più umani – come, per esempio, i colloqui attitudinali volti a cogliere le competenze trasversali del candidato. Similmente, chi si occupa di HR è chiamato a gestire le componenti tecnologiche con cui opera, verificandone lo stato di salute e implementandone l’efficienza attraverso il continuo inserimento di dati. Risorse umane e innovazioni tecnologiche sono, quindi, strettamente connesse, portando un beneficio enorme in termini di efficienza e accuratezza dei processi.
Ed è proprio per continuare a perfezionare la relazione tra HR e tecnologie che ManpowerGroup ha lanciato, lo scorso giugno, in collaborazione con Opinno (società leader nei servizi di consulenza per l’open innovation) ManpowerGroup Open Innovation HR Lab, un programma rivolto a tutte le start up attive nella creazione di soluzioni digitali per l’attrazione, lo sviluppo e la gestione dei talenti all’interno delle organizzazioni. Attraverso il coinvolgimento di un gruppo di multinazionali impegnate in cinque diversi settori industriali, i due partner – realtà che da tempo si sono dimostrate sensibili alle conseguenze dell’innovazione nei rispettivi settori di competenza – sono riusciti a individuare le sfide HR che più preoccupano gli addetti ai lavori e che necessitano di un intervento. I colloqui con le aziende partecipanti (Agos, Assicurazioni Generali, BAT ITALIA, Ferrero, Lightsource, BP, Sanofi, Unicredit e Yamamay) hanno evidenziato come manchino strumenti in grado di organizzare al meglio l’attività di pianificazione delle risorse umane, adottando un approccio fondato sui dati, e tecniche che permettano di migliorare la performance e l’esperienza professionale dei dipendenti all’interno dei nuovi modelli di lavoro ibrido. Lo scouting di start up si è quindi concentrato su quelle capaci di rispondere a queste due esigenze, proponendo soluzioni innovative in tali campi. Terminata la selezione (che considera anche le start up che si sono autonomamente candidate al programma), le realtà finaliste verranno presentate alle multinazionali interessate, favorendo così il dialogo e la connessione tra tutti i soggetti coinvolti.
La strategia vincente sembra essere quindi quella di combinare elemento umano e componente tecnologica, con l’obiettivo di perfezionare entrambe. A questo proposito, al momento del lancio dell’iniziativa, Daniela Caputo, Marketing & Innovation Director di ManpowerGroup, dichiarava: «Portare innovazione nell’ambito delle risorse umane non significa solo creare soluzioni più efficaci per incrociare la domanda e offerta di lavoro: in questo gli algoritmi di IA stanno segnando una svolta importante nei processi di attraction, pre-screening, valutazione delle candidature e selezione. D’altra parte, le aspettative delle persone, in particolare delle giovani generazioni di candidati che cercano lavoro, sono sempre più sofisticate e richiedono una experience più raffinata ed immersiva, e programmi solidi per la retention e lo sviluppo una volta in azienda. Ma ricordiamo anche che innovazione significa soprattutto portare ad un livello di qualità più alta la relazione human to human».