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Aboca 100% naturale, nei fatti e nelle parole

Scritto da Redazione di LinC | 12/06/24 12.37

Aboca è una healthcare company italiana che si occupa della salute delle persone con prodotti 100% naturali e biodegradabili nel rispetto dell’organismo umano e dell’ambiente circostante. Nasce nel 1978 a Sansepolcro, in Toscana, con l'obiettivo di ricercare nella natura soluzioni terapeutiche. Oggi conta più di 1700 dipendenti ed è presente in 26 Paesi.

 

Antonio Guarrera è Head of Human Resources di Aboca da 16 anni. Sposato, con due figli, incarna i valori e il purpose di un brand e di un’azienda che ha fatto della coerenza la propria forza in un mercato globale che ne ha riconosciuto il valore. La redazione di LINC l’ha intervistato per comprendere quello che fin da subito ci è sembrato un “modello Aboca”, per trarne ispirazione.

 

 

Le parole che non usiamo

Fin dalle prime frasi di Antonio Guarrera, emerge in modo chiaro tutta la filosofia del gruppo. “Preferisco non utilizzare le parole attraction e retention, perché noi non vogliamo attrarre o trattenere le persone. Esse ci scelgono e decidono di restare se pensano che la nostra azienda sia il posto migliore dove lavorare, per i valori del gruppo. Chi lavora in Aboca, quindi, si riconosce in questi valori e non ha bisogno di essere attratto, perché farà parte di questo progetto in modo naturale e vi resterà, perché la motivazione coincide con l’obiettivo dell’azienda che noi non chiamiamo mission ma piuttosto “telos”, come gli antichi greci”. Prosegue Guarrera: “Ultimamente abbiamo deciso di comunicare un po’ di più sui social network proprio per far conoscere meglio l'azienda, soprattutto al pubblico più giovane, meno esposto ai media più classici. E questo passa molto attraverso il linguaggio, che deve essere declinato nei vari mezzi e contesti, scegliendo con cura le parole da usare così come quelle da non usare. Oggi siamo infatti sui principali social media e abbiamo appena fatto un flash mob ad Arezzo che è stato molto partecipato e visto nell’ambiente digitale grazie al coinvolgimento di noti influencer di Instagram.”

Torniamo a chi è Aboca e perché lavorarci è una scelta. Fondamentalmente Aboca si occupa dell’intero processo che porta i suoi prodotti terapeutici alla luce, dalla produzione agricola della materia prima fino alla ricerca medico-scientifica. Ha una casa editrice, Aboca Edizioni, attraverso la quale comunica sotto varie prospettive il legame tra esseri umani e natura, ha anche un museo (Aboca Museum), e una serie di piccole e medie realtà collegate, come un allevamento di bovini e di suini e un ristorante, un’osteria a Sansepolcro che vedono applicati al settore dell’alimentazione gli stessi valori e regole che Aboca applica ai suoi prodotti come ad esempio qualità, sicurezza e sostenibilità,

Una realtà 100% green

“Aboca è una Società Benefit. Ovvero significa che Aboca ha sancito nel proprio statuto un impegno verso il bene comune, rendendolo giuridicamente vincolante. Inoltre, ha ottenuto la certificazione BCorp che consiste in una certificazione internazionale, rilasciata dall’ente non profit B Lab, che valuta il rispetto da parte dell’azienda di rigorosi standard di performance sociale e ambientale, responsabilità e trasparenza. Sono oltre 4.000 le imprese a livello globale che fanno parte del movimento B Corp e, tra queste, Aboca è stata selezionata per il premio “Best for the World”. Prosegue Guarrera: “Siamo una Società Benefit ante litteram, nel senso che Aboca da sempre ha scelto di lavorare per il bene comune prima ancora che entrasse in vigore il framework normativo con la legge 208 del 2016. Sì, perché nel nostro statuto, insieme al profitto, è chiaro l'obiettivo di migliorare il bene comune, il territorio, l’ambiente e la salute del cliente, che noi preferiamo chiamare persona e non consumatore. Questo significa che noi tendiamo a creare un processo di produzione rigenerativo e non compensativo rispetto al nostro impatto, cercando di dare all’ambiente che ci circonda più di quanto prendiamo da esso.

Aboca è una vera e propria azienda agricola e si riconosce nel System Thinking, nel pensiero sistemico che vede il pianeta come un unico organismo vivo. I nostri laboratori di ricerca, per esempio, non cercano di isolare le singole molecole presenti in natura, come fanno altre aziende, al contrario studiano la composizione dei complessi molecolari naturali presenti negli estratti vegetali ottenuti dalle piante che Aboca stessa coltiva biologicamente. Questo è possibile grazie a tecnologie avanzate e a tecniche analitiche ad hoc e innovative che permettono di avere una visione completa del sistema complesso da più punti di vista (fisico, chimico, biologico) facendo emergere le sue proprietà e interazioni all’interno di un sistema biologico come l’organismo umano.

Le nostre persone

“Per selezionare e lavorare con le nostre persone abbiamo mappato le competenze peculiari di Aboca: ad esempio una competenza fondamentale è il double purpose mindset, un mindset unico. Questo vuol dire che ogni persona che lavora in Aboca, in ogni azione che compie in azienda, non deve tenere solamente in considerazione il profitto e il risultato economico, ma anche l'impatto rispetto al bene comune. Proprio come una Società Benefit e B Corp deve fare.”

Pensando a dove è collocata Aboca, la val Tiberina tra Toscana e Umbria, capiamo che in un’azienda di questo tipo la ricettività deve essere potenziata, per gestire in queste vallate flussi di migliaia di persone tra dipendenti, consulenti e ospiti. “Le vie di comunicazione non sono semplici qua da noi” aggiunge Guarrera “e c’è un evidente problema di alloggi. Per questo motivo, per esempio, abbiamo pensato di investire in in alloggi che verranno realizzati nei prossimi tre anni per neolaureati e tecnici specializzati”.

Quali sono quindi i canali di reclutamento più efficaci? “Sicuramente il canale interno, con una selezione che viene fatta rispetto ai valori e ai comportamenti, cerchiamo di capire se la persona possa sposare il purpose dell'azienda per poi farlo crescere. Abbiamo un Programma Referral che per incentivare le segnalazioni di candidature da parte delle persone dell’azienda, in segno di riconoscenza prevede la consegna di cadeaux. Candidature che possono anche essere anche di parenti, amici, e persone dello stesso nucleo famigliare, in questo andiamo in controtendenza rispetto ad altre aziende.”

Aboca gode di un’ottima brand reputation fra le aziende farmaceutiche. Per esempio ha un’eccellente posizione nella classifica internazionale “Merco” che la posiziona tra le prime 50 aziende in Italia per reputazione, prima assoluta nel settore della salute. Un traguardo che dovrebbe portare anche ad un forte Employer Branding o “Brand Ambassador”, che è ciò che fanno realmente le nostre persone” precisa Guarrera.

Avete contatti con le università? “Sì. A partire dalle università del Centro Italia, da Perugia a Siena e Firenze, da Urbino a Camerino, ma anche ad esempio in Albania, l'Università di Tirana. In Italia abbiamo delle eccellenze, ne cito una per tutte: l'università di Perugia che sforna laureati eccezionali in CTF, chimica e tecnica farmaceutica. Il nostro attuale direttore affari regolatori è entrato 11 anni fa in stage e ora è dirigente”.

Come formate le persone, e su quali temi? “Lavoriamo molto sulla gestione del conflitto, tramite l'associazione Rondine Cittadella della Pace, di Arezzo, che è famosissima al mondo perché lì si svolge un corso triennale post-laurea dove vengono formate le alte sfere politiche. Noi formiamo tutti, dai dirigenti agli operai. Qualche anno fa abbiamo fatto un corso che si chiamava “PreFem”, prevenzione al femminicidio e siamo partiti proprio dalle persone addette alla produzione. Inoltre, da poco abbiamo avviato il percorso per la certificazione della parità di genere”.

Quale flessibilità? “Un’azienda come la nostra non deve limitarsi ai confini geografici ma deve saper guardare fuori, assumere persone che vivono anche lontane, accettando di incontrarle anche una volta al mese, ovviamente nei ruoli in cui questo è possibile. Naturalmente non si può fare per il trattorista che deve guidare il trattore o per l'addetto alla qualità che deve stare in laboratorio.”

Come garantite il work-life balance? “Più che parlare di work-life balance -che significa avere due cose da bilanciare- preferiamo credere che la persona non debba scindersi tra le due dimensioni lavoro/vita privata, essere dentro e fuori dall’azienda devono essere due modi di essere in continuità”.

Avete progetti di welfare? “Ne abbiamo diversi, cito il “Progetto Mandorlo”, che prevede che per ogni bambino nato da persone dell’azienda si pianti un albero. Ogni 21 novembre, in occasione della giornata degli alberi, piantiamo una pianta per ogni bambino nella nostra sede direzionale. C’è una collina dove già ci sono già una trentina di alberi”. Non è l’unica iniziativa: alle famiglie viene anche donata una scatola di prodotti, e viene dato un contributo in denaro di mille euro netti a persona, che diventano duemila nel caso in cui entrambi i genitori lavorino in azienda.

Un purpose molto forte, autentico, che si fa sentire in ogni iniziativa. Come si declina in valori e comportamenti? “Coerenza, umiltà e lavoro sono i nostri valori, difficili da mantenere ma fondamentali.” Conclude Antonio Guarrera: “Siamo stati coerenti anche durante il periodo del Covid, quando il nostro sciroppo per la tosse, portabandiera del gruppo, aveva avuto un calo nelle vendite (ricordiamo che tra gli effetti del lockdown c’era anche quello di non essere esposti ai classici “malanni di stagione”) e ci veniva consigliato di produrre vitamine. In quel momento non l’abbiamo fatto perché non avevamo ancora trovato il modo di fare una vitamina 100% naturale. Ora possiamo fare anche questo.”