Il futuro del lavoro secondo The Exchange

Etica e responsabile, attenta al benessere delle proprie persone, con una leadership ispirata, sensibile alle esigenze formative di tutti e in grado di adattarsi velocemente alle richieste del mercato: queste le caratteristiche che le organizzazioni dovranno avere nei prossimi anni, secondo il primo Manifesto sugli impatti dell’AI nell’impresa del futuro, lanciato da ManpowerGroup Italia lo scorso 30 maggio, a conclusione di The Exchange - Disegniamo insieme il futuro del lavoro, l’Annual Conference del gruppo. Il documento, redatto durante l’evento da un team di esperti e rappresentanti di aziende impegnate nel settore, è stato presentato sul palco di The Exchange da Cosimo Accoto, filosofo tech, research affiliate e fellow MIT Boston, Tomas Chamorro-Premuzic, Chief Innovation Officer di ManpowerGroup Global, Leandro Pecchia, docente di bioingegneria elettronica e informatica all’Università Campus Bio-Medico Roma, e Paola Pisano, docente di gestione dell’Innovazione all’Università di Torino. Il Manifesto riassume in cinque azioni gli ambiti di intervento per il prossimo futuro per tutte le imprese, guardando con particolare interesse all’impatto e alle conseguenze dell’utilizzo dell’intelligenza artificiale. Le organizzazioni che sceglieranno di adottare questi impegni dovranno fare proprie le qualità elencate in apertura, rispondendo in maniera puntuale ad ognuna delle sfide elencate all’interno dell’output – 15 in totale, tre per ogni ambito.

The Exchange è stata l’occasione per analizzare il mondo del lavoro contemporaneo insieme agli attori che quotidianamente lo vivono, tentando di prevederne gli sviluppi. Per farlo sono intervenuti, tra gli altri, Luciano Floridi, Marta Dassù, Giovanni Soldini, Amalia Ercoli Finzi ed Elvina Finzi e Stefano Boeri. Floridi – Professore e Direttore del Digital Ethics Center all’Università di Yale e Professore di Sociologia della Cultura e della Comunicazione all’Università di Bologna – ha ribadito la centralità degli investimenti in IA per l’Europa, il cui sforzo economico per l’area si attesta attorno a 50.000 milioni, contro i 400.000 statunitensi, sottolineando l’urgenza di porre un freno al cosiddetto talent shortage, il mancato allineamento tra domanda e offerta di lavoro: «l’AI trasforma il mercato del lavoro, ma non distruggerà il lavoro e creerà tanti posti quanti ne distrugge, trasformandoli. Il problema semmai è la mancanza di allineamento tra domanda e offerta, che non si incrociano. C’è un’enorme quantità di competenza. Tuttavia, dal mercato europeo va nel mercato americano. Abbiamo una costante fuga di cervelli: educati da noi in Europa a un costo enorme, una volta giunti al livello massimo di formazione, scelgono di andarsene. Non riusciamo a trattenere e ad attrarre i talenti. Come vogliamo gestire i nostri investimenti in ricerca? Più flessibilità, più fiducia, non regolare nel dubbio, ma consentire anche una maggiore e ben controllata autoregolamentazione da parte dei settori industriali».

A fare da eco alle sue parole quelle di Dassù, Editor in Chief di Aspenia e Senior Advisor European Affairs presso The Aspen Institute, che nel corso del suo panel ha puntato l’interesse sul rapporto di fiducia che deve sussistere tra player economici e corrispettivi istituzionali: «in Europa c’è un grande capitale inespresso, con un capitale privato di circa 30 trilioni di Euro che in parte rimangono nei conti correnti o vanno in investimenti su altri Paesi, segno che esiste un problema di fiducia rispetto all’economia e alla politica europee».

Giovanni Soldini, navigatore oceanico, pioniere nello sviluppo di tecnologie innovative per le barche da corsa e divulgatore, ha raccontato al pubblico presente in sala quali siano state le strategie e le soluzioni testate negli ultimi anni nelle imbarcazioni a vela per ridurre il consumo energetico e l’impatto ambientale, potenzialmente riproducibili anche nel settore industriale: «la barca a vela insegna come fare efficienza. Un’efficienza che passa anche per la libertà energetica, un consumo intelligente e una produzione rinnovabile. Abbiamo dimostrato che si può fare il giro del mondo senza motore a scoppio. Le aziende si stanno già impegnando nella direzione di un futuro più green».

Confronto tra generazioni e gender gap sono stati, invece, i temi al centro del dialogo tra Amalia Ercoli-Finzi ed Elvina Finzi, madre e figlia – rispettivamente consulente della NASA, dell’ESA e dell’ASI e Professoressa emerita al Politecnico di Milano e Senior Executive presso Essilor Luxottica e Board director presso Cerved e Cedacri. Nonostante i miglioramenti succedutisi negli anni nell’apertura delle discipline STEM alle professioniste, «sette persone su dieci pensano che le scienze e la tecnologia siano prerogative maschili, al pari della carriera, ritenuta appannaggio degli uomini da 7,5 persone su dieci. Sono i risultati di uno studio dell’Università di Harvard che certificano che viviamo dentro uno stereotipo che deve essere abbattuto. La nostra vita è lì a dimostrare che è vero il contrario e che i pregiudizi possono essere superati».

Architetto, urbanista e Professore ordinario presso il Politecnico di Milano, Stefano Boeri, durante il suo intervento di chiusura, ha riflettuto sulla futura evoluzione delle città, quali luoghi di vita ma soprattutto di lavoro: «il 60% degli esseri umani ha scelto di vivere nelle città. Se potessimo concentrare in un’unica parte del mondo tutte le città a livello globale, non copriremmo più del 3% delle terre emerse. Questo la dice lunga sulla potenza della città nell’influenzare e determinare il cambiamento climatico. Se da una parte consumano importanti quantità di risorse, dall’altra le città sono anche un centro di creatività e cultura. I luoghi di lavoro sono ormai anche spazi anche ludici, le case sono diventate luoghi anche di lavoro. In questo contesto, abbiamo bisogno di avere accesso a servizi necessari, ma anche a scuola, formazione, cultura, servizi sanitari».

CEO, amministratori delegati, HR manager di diverse realtà industriali italiane hanno preso parte alla conferenza, partecipando alle tavole rotonde tematiche organizzate per favorire lo scambio di best practice e il confronto tra addetti ai lavori. Insieme all’AD di ManpowerGroup Italia Anna Gionfriddo, Enrico Cattaneo, Editor in Chief MIT Technology Review Italia e Director Opinno, Marcello Cattani, Presidente e Amministratore Delegato Sanofi Italia & Malta, Mirella Cerutti, Regional Vice President SAS, Gianni Cicogna, Founder Smartpeg, e Walter Rizzetto, Presidente Commissione Lavoro pubblico e privato alla Camera dei Deputati, si sono confrontati sul ruolo della leadership per il futuro delle organizzazioni; Andrea Angelino, Amministratore Delegato e Direttore Generale FerServizi, Pierpaolo Antonioli, CEO Dumarey Automotive Italia SpA and CTO Dumarey Group, Stefano Cappello, Founder Limenet, Jonathan Hernø, Head of Operations Vestas Blades Italia, e Susanna Martucci, Founder & CEO Alisea Srl società benefit, hanno discusso delle iniziative e delle azioni da mettere in campo per garantire un futuro green e sostenibile all’impresa. Francesca Bardelli Nonino, Responsabile comunicazione web Nonino Distillatori, Giulio Lancellotti, Managing Director Bosch, Fabio Leonardi, CEO Igor Gorgonzola, e Eleonora Valè, Psicologa del lavoro e Head of Wellbeing Trainect, hanno dialogato delle sfide dell’intergenerazionalità e delle sue implicazioni per i modelli aziendali.

L’evento ha visto organizzata la prima mostra di alcune delle cover cartacee di LINC, dal 2008 a oggi, compresa l’edizione 2024, Post Realtà. Il numero, prossimo al lancio ufficiale, ha esplorato due dei temi cardine di The Exchange, intelligenza artificiale e green, rappresentati dall’illustrazione 3D in copertina curata da Studio Cirasa. Durante la conferenza è stato allestito un corner Workmates, per la registrazione live dei prossimi tre episodi della serie podcast di LINC: sei i protagonisti intervistati dall’host e moderatore Stefano Sgambati.

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