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Italia, un big player del settore aerospaziale

Scritto da Alessandro Battaglia Parodi | 01/08/24 7.52

L’aerospace italiano è conosciuto nel mondo per le sue soluzioni d’eccellenza, ma la ricerca e l’innovazione richiedono addetti con competenze e professionalità sempre più preziose. Vediamo perché.

Il settore aerospaziale è in forte crescita in tutto il mondo e anche in Italia il suo sviluppo è da tempo oggetto di importanti investimenti, pubblici e privati. Il nostro Paese può d’altronde vantare una filiera aerospaziale molto ricca e articolata che parte dalla ricerca applicata e si conclude con la produzione di soluzioni tecnologiche anche molto raffinate, esportate poi in tutto il mondo. Tanto che il comparto aerospace italiano si posiziona al quarto posto per importanza dopo Stati Uniti, Francia e Germania. Secondo i dati, il nostro Paese gioca inoltre un ruolo chiave a livello internazionale occupando la settima posizione per investimenti nello spazio in relazione al PIL, per un ammontare totale di 4,6 miliardi di euro nel 2022. Insomma, l’Italia è un vero protagonista del settore.

Le industrie coinvolte e le competenze

Il panorama aerospace italiano è molto vasto ed è caratterizzato da una forte concentrazione di poche grandi realtà prestigiose, situate principalmente nel Nord-Ovest e nel Lazio, e da un tessuto industriale supportato da centinaia di piccole e medie imprese altamente innovative, a partire da aziende che si occupano di produzione di tecnologie e componenti per aeromobili per arrivare a quelle impegnate nella progettazione e realizzazione di razzi, satelliti, sonde e apparecchiature elettroniche. Tutto il settore può inoltre beneficiare di un ecosistema d’eccellenza supportato da ben quindici distretti aerospaziali regionali, diffusi da Nord a Sud che mettono in contatto la ricerca e l’industria e che sono coordinati dal CTNA, il Cluster Tecnologico Nazionale Aerospazio, a cui è associata anche l'Agenzia Spaziale Italiana. Fanno inoltre parte dell’associazione big player del calibro di Leonardo e Avio Aero, insieme a grandi enti di ricerca come AIAD, CIRA, CNR, INGV e tutti i 15 distretti aerospaziali regionali.

In questo scenario così complesso e in costante evoluzione le aziende sono ovviamente alla ricerca di un livello piuttosto elevato di professionalità e competenza che non è sempre facile reperire sul mercato del lavoro. Ecco perché molte di loro hanno siglato da tempo partnership con università e centri di ricerca per riuscire ad accaparrarsi per prime i talenti più interessanti. Ma quella del recruiting delle competenze giuste non è certo l’unica sfida che il settore aerospace si trova oggi ad affrontare.

Le scelte future dell’aerospace

Poiché il comparto è molto eterogeneo e spazia dalla costruzione e assemblaggio di aeromobili, alla progettazione, sperimentazione e collaudo di servizi nello spazio, al trasporto di merci e persone, fino alla sperimentazione di nuovi materiali, c’è un fabbisogno continuo di tecnici e specialisti in ambiti disciplinari anche molto distanti tra loro. Se è quindi vero che a monte della filiera esiste una buona integrazione tra mondo accademico e industria, tuttav5ia è piuttosto sentito il tema dell’adeguamento del sistema formativo alle reali esigenze del mercato attraverso la creazione di percorsi coerenti con i fabbisogni correnti e futuri. Stiamo parlando di professionisti specializzati da rendere disponibili per le esigenze di circa 700 aziende del settore, che già oggi occupano circa 55mila professionisti, con un indotto che arriva fino a 550mila addetti coinvolti nella filiera.

Accoppiato all’urgenza delle competenze c’è poi anche il tema delle stringenti normative di settore come il REACH, il regolamento europeo sull’autorizzazione, la valutazione e la registrazione delle sostanze chimiche, o alla normativa ESG, a quella sul Safety Management System, o ancora gli obblighi legati agli obiettivi trasversali del PNRR, il Piano nazionale di riprese e resilienza, che prevedono il rispetto di alcuni vincoli riguardanti la sostenibilità ambientale e la parità di genere nei luoghi di lavoro. Si tratta di sfide che richiedono importanti scelte di tipo organizzativo e particolari strategie di recruiting e di change management nell’ambito di diverse funzioni, a partire dalle Risorse Umane. Decisioni e processi che si stanno evolvendo molto rapidamente, spinti soprattutto dalle inflessibili necessità di un mercato sempre più dinamico e competitivo.

Sostenibilità a tutto campo

Ma è il tema della sostenibilità a rappresentare la sfida maggiore per tutta la filiera. L’attenzione alla questione ambientale, così come l’osservanza delle numerose normative di riferimento, è diventata pressoché pervasiva in questo settore e genera ricadute su tutta la filiera. Basti pensare alle trasformazioni in atto sul versante del Bio-fuel, sull’efficientamento delle batterie o sul tema dell’Alternative propulsion systems engineer e i nuovi materiali per alleggerimento dei vettori. Accanto a questi mega-trends si collocano poi le obbligatorietà in termini di impatto sul pianeta e sulle persone, come ad esempio la riduzione dell’impatto sonoro, l’indipendenza dalla supply chain o l’impiego di energia elettrica di diversa origine da quella fossile. Senza contare poi le misure per ridurre le emissioni inquinanti e per efficientare gli aeromobili attraverso un lento ma progressivo switch verso modalità di propulsione alternative quali l’elettrico e l’ibrido. Un assaggio di quest’ineluttabile processo è la recente tassa sui voli europei, a partire dal 1° gennaio 2025, dovuta all’obbligo di utilizzare una quota minima di carburante sostenibile per l’aviazione.

Come attrarre nuovi talenti

Il tema delle professionalità resta comunque in testa a tutti gli impegni. Riuscire ad attrarre o trattenere i migliori profili è infatti la sfida più importante per il settore aerospace. Non solo per quanto riguarda il panorama nazionale ma anche per il rischio dei potenziali ingaggi di professionisti formatisi in Italia il cui valore è spesso in concorrenza con le aziende estere. La gestione dell’attraction e della retention dei talenti è dunque vista in ottica di costante competizione con altre filiere d’avanguardia, anch’esse sempre a caccia di professionalità fresche e ben formate. Ecco perché il settore aerospace, oltre a prediligere percorsi educativi e formativi ben strutturati, sta oggi puntando ad aprirsi verso settori che hanno numerosi punti di contatto, come quello ferroviario, dell’automotive o del pharma.

 

 

 

 

 

 

Giornalista professionista e ricercatore indipendente, supporta imprese e strutture editoriali nello sviluppo di contenuti tecnici di qualità customizzati sui clienti.